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Intervista Franco Caforio by Contempo Web TV

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2017 23:57
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14/02/2017 15:55

Segnalo, per chi non le avesse viste, due interviste interessanti realizzate da Contempo a due figure cruciali nella storia dei Litfiba.

Il batterista che per più tempo ha suonato nella band: Franco Caforio.
E un'altra precedente intervista al batterista fondatore dei Litfiba: Francesco Calamai.

Franco Caforio


Francesco Calamai
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14/02/2017 21:09

Bella intervista quella a Franco, che rimane tutt'ora il mio batterista preferito dei Litfiba.
Certo che sul Tetralogia potevano richiamarlo, come ha giustamente detto.
Le frecciate a Luca Martelli si sprecano......
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14/02/2017 23:34

A parte quella sul singolo di Eutopia quali frecciate ha tirato?
Cmq grazie, interviste molto interessanti
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Poesie e racconti da Parigi a Venezia...

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17/02/2017 13:39

Franco è stato l'equilibrio perfetto ritmicamente parlando per la band negli anni '90. Aveva (ed ha) innanzitutto un buon groove, una bella pacca di rullante ed un tiro che nella struttura dei brani risulta fondamentale e fa la differenza tra centinaia di altre doti che spesso vengono prese in esame. La frecciata a Martelli (discorso finale su Eutopia a parte) la lancia indirettamente sul concetto che gli strumenti a percussione hanno un loro range sonoro espressivo naturale, dove pestando oltre certi limiti il suono muore, si distorce, appiattisce, disgrega ed ha perfettamente ragione. A me Martelli stilisticamente non piace perché lo trovo fuori luogo per la tipologia della musica “Litfiba” (da sempre versatile, colorata, energica quanto basta). Piero e Ghigo avranno voluto lui per le loro ragioni (grinta, scenografia, freschezza, carattere, impatto...), ed il risultato è qualcosa che a mio gusto personale risulta troppo esuberante, a tratti fuori luogo e limitativo per un discorso “di insieme”.
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17/02/2017 17:15

Re:
gregs84, 17/02/2017 13.39:

Franco è stato l'equilibrio perfetto ritmicamente parlando per la band negli anni '90. Aveva (ed ha) innanzitutto un buon groove, una bella pacca di rullante ed un tiro che nella struttura dei brani risulta fondamentale e fa la differenza tra centinaia di altre doti che spesso vengono prese in esame. La frecciata a Martelli (discorso finale su Eutopia a parte) la lancia indirettamente sul concetto che gli strumenti a percussione hanno un loro range sonoro espressivo naturale, dove pestando oltre certi limiti il suono muore, si distorce, appiattisce, disgrega ed ha perfettamente ragione. A me Martelli stilisticamente non piace perché lo trovo fuori luogo per la tipologia della musica “Litfiba” (da sempre versatile, colorata, energica quanto basta). Piero e Ghigo avranno voluto lui per le loro ragioni (grinta, scenografia, freschezza, carattere, impatto...), ed il risultato è qualcosa che a mio gusto personale risulta troppo esuberante, a tratti fuori luogo e limitativo per un discorso “di insieme”.




brus
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17/02/2017 21:39

Re:
occhidisale, 14/02/2017 23.34:

A parte quella sul singolo di Eutopia quali frecciate ha tirato?
Cmq grazie, interviste molto interessanti



Ti hanno risposto :)
Martelli ha rotto il cazzo, suona tutto a manetta e picchia troppo. Alla fine appiattisce. Rispetto a Pino l'avevo visto come un new entry eccezionale. Con il tempo e con l'utilizzo che fa delle pelli mi sono ricreduto.
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17/02/2017 22:01

Re:
gregs84, 17/02/2017 13.39:

Franco è stato l'equilibrio perfetto ritmicamente parlando per la band negli anni '90. Aveva (ed ha) innanzitutto un buon groove, una bella pacca di rullante ed un tiro che nella struttura dei brani risulta fondamentale e fa la differenza tra centinaia di altre doti che spesso vengono prese in esame. La frecciata a Martelli (discorso finale su Eutopia a parte) la lancia indirettamente sul concetto che gli strumenti a percussione hanno un loro range sonoro espressivo naturale, dove pestando oltre certi limiti il suono muore, si distorce, appiattisce, disgrega ed ha perfettamente ragione. A me Martelli stilisticamente non piace perché lo trovo fuori luogo per la tipologia della musica “Litfiba” (da sempre versatile, colorata, energica quanto basta). Piero e Ghigo avranno voluto lui per le loro ragioni (grinta, scenografia, freschezza, carattere, impatto...), ed il risultato è qualcosa che a mio gusto personale risulta troppo esuberante, a tratti fuori luogo e limitativo per un discorso “di insieme”.


il ritorno di gregs!

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18/02/2017 01:02

Fidanza era davvero troppo statico, Martelli è sicuramente più fantasioso e vario.
Però sì, qualcosa gli manca a Martelli, soprattutto nei brani più lirici e poetici. Non sono un batterista, ma mi pare che usi poco i piatti o qualcosa di simile, il suono è troppo asciutto e primitivo.
Anche Ringo era primitivo, però per quanto frenetico suonava più "romantico", più post-punk/new wave.

Caforio è sicuramente un gran batterista, altrimenti non avrebbe suonato in Death SS, Violet Eves, Litfiba e tuttora in molte altre band (anche progressive rock).
Su Terremoto ha ragione a dire che l'impalcatura del suono era lui.

Curioso l'aneddoto sulla separazione, con Ghigo e Piero che chiedono alla band di proseguire con ciascuno di loro, ma tutti vanno con Piero, perché Ghigo era il più spaesato.
Secondo me prevalse sicuramente il maggior carisma di Piero e la sua poliedricità (presenze in tv, showman etc.), che per tutti significava pagnotta assicurata a fine mese.
Insomma, con Piero si lavorava, per quanto poteva andar male era sempre Piero Pelù e il minimo lo avrebbero incassato comunque anche nell'ipotesi più disastrosa.

Certo che il tipo di Contempo, definire "bei dischi" UDS e Né buoni né cattivi... [SM=g27991]
[Modificato da Chameleon. 18/02/2017 01:13]
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19/02/2017 00:10

Condivido molto il discorso di Chameleon.
Ringo non fa testo, era uno istintivo, si calava emotivamente nel brano offrendo se stesso, spesso senza neanche sapere a fondo cosa stesse facendo con le bacchette, spirito punk-romantico esattamente, ma in quel tipo di contesto, di genere, di alchimia, di gavetta, di clima teatrale-distruttivo era perfetto. Creazione con ciò che si poteva offrire e nei propri limiti.
Trambusti molta carne al fuoco, molto indipendente nell' incentrare la batteria negli arrangiamenti, un drumming jazzato che a breve diventa invasivo e comunque mai troppi incisivo, mancava quel tocco portante, quel tiro di solidità che Caforio ha poi dato, semplificando certe cose ma facendo sentire la struttura in primo piano.



NB: ciao Londi!
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19/02/2017 15:18

Re:
gregs84, 19/02/2017 00.10:

Condivido molto il discorso di Chameleon.
Ringo non fa testo, era uno istintivo, si calava emotivamente nel brano offrendo se stesso, spesso senza neanche sapere a fondo cosa stesse facendo con le bacchette, spirito punk-romantico esattamente, ma in quel tipo di contesto, di genere, di alchimia, di gavetta, di clima teatrale-distruttivo era perfetto. Creazione con ciò che si poteva offrire e nei propri limiti.
Trambusti molta carne al fuoco, molto indipendente nell' incentrare la batteria negli arrangiamenti, un drumming jazzato che a breve diventa invasivo e comunque mai troppi incisivo, mancava quel tocco portante, quel tiro di solidità che Caforio ha poi dato, semplificando certe cose ma facendo sentire la struttura in primo piano.



NB: ciao Londi!



Condivido tutto quello che dici. Ringo era proprio questo. Non sapeva benissimo cosa andava a fare, aveva "poco controllo", ma emozionava come pochi. Tecnicamente ovviamente ho altri riferimenti, ma se penso al mio modo di suonare, penso di essere stato inconsciamente influenzato molto da Ringo, con l'aggiunta del tocco potente alla Caforio (mi chiamavano il Matt Sorum italiano qualche tempo fa).
Su Trambusti concordo in pieno, anche se riascoltando Bambino (Sogno Ribelle) rimango impressionato dei suoni e dell'interpretazione in genere.



[Modificato da redpois 19/02/2017 15:19]
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19/02/2017 20:10

Su Sogno Ribelle già si avverte quel bisogno di risonanza, possenza, robustezza del suono da inserire nella musica Litfiba, ma il tocco e lo stile di Trambusti resta pur sempre con pattern, sfumature addolcite, accompagnamenti e figurazioni quasi fusion (non avrebbe dato a Terremoto quello che tutti sappiamo cosa è). Considerando anche, oltre a ciò anche le misure del set (vedi rullanti in primis), vedi gli UFIP dal timbro latino a dispetto dei Signature Paiste di Caforio in Terremoto (sustain lungo e pesante, squillante, nei crash come nelle campane dei ride), insomma tutto un insieme di cose che alle direttive di produzione le differenze sono ben evidenti.
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19/02/2017 20:20

Ringo inconsciamente ha fatto scuola, nel senso che a metà anni '80 in Italia, tra reduci del prog (batteristi tecnici) e batterie elettroniche e nerdate varie (penso a Golzi nei Matia Bazar...ma forse allo stesso Caforio nei Violet Eves con lo xilofono etc.), Ringo era un ricominciare da capo dalle radici: istintivo, però vero, appassionato, pulsante...basta guardare il live al Tenax.

Martelli sinceramente più lo guardo e più mi sembra molta scena - tra l'altro molto studiata - e poco arrosto. Si dimena, fa boccacce, giocherella con le bacchette, distrae il pubblico più impressionabile (e meno competente) ma di sostanza?



Notate la differenza tra il pestare e il suonare dinamicamente, calibrando ogni singolo colpo. Prendo ad esempio Furio Chirico, uno dei migliori batteristi italiani, con 50 anni di carriera alle spalle. Certo per il rock puro è troppo raffinato, ma guardare come suona serve per enfatizzare cosa manca a Martelli


[Modificato da Chameleon. 19/02/2017 20:22]
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19/02/2017 23:30

Re:
Chameleon., 19/02/2017 20.20:

Ringo inconsciamente ha fatto scuola, nel senso che a metà anni '80 in Italia, tra reduci del prog (batteristi tecnici) e batterie elettroniche e nerdate varie (penso a Golzi nei Matia Bazar...ma forse allo stesso Caforio nei Violet Eves con lo xilofono etc.), Ringo era un ricominciare da capo dalle radici: istintivo, però vero, appassionato, pulsante...basta guardare il live al Tenax.

Martelli sinceramente più lo guardo e più mi sembra molta scena - tra l'altro molto studiata - e poco arrosto. Si dimena, fa boccacce, giocherella con le bacchette, distrae il pubblico più impressionabile (e meno competente) ma di sostanza?



Notate la differenza tra il pestare e il suonare dinamicamente, calibrando ogni singolo colpo. Prendo ad esempio Furio Chirico, uno dei migliori batteristi italiani, con 50 anni di carriera alle spalle. Certo per il rock puro è troppo raffinato, ma guardare come suona serve per enfatizzare cosa manca a Martelli






A me Martelli è calato da quando feci vedere questo di McBrain che rifà cazzeggiando un pezzo dei Sabbath. Martelli mi disse che non picchiava e quindi era out. Assurdo.
Nicko
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20/02/2017 00:10

Immagino se vede Mike Mangini allora, che ci va leggero...direbbe che suona il liscio (anche se fa metal) [SM=g27987]

https://www.youtube.com/watch?v=ZmTJD3sjVIU

Ma i suoi riferimenti (di Martelli) quali sono?

Cioè, io se penso a grandi (o importanti) batteristi rock penso a Bruford, Bonham, Peart, Copeland...a me piace molto anche Mike Portnoy, che oltre a essere tecnico ha un bel punch (si può avere punch senza picchiare come forsennati).
Fanno tutti liscio? [SM=g27985]

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20/02/2017 01:11

Beh Neil Peart non mi sembra proprio leggerino, no?
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20/02/2017 01:56

Un insegnante una volta mi disse "Forte non significa potente"; e bisogna anche sfatare il mito che il jazz e dintorni, batteristicamente parlando, sia uno stile "leggero" solo perché non ha i decibel del thrash metal, basta andare a riascoltare alcuni grandissimi tipo Philly Joe Jones o Tony Williams.
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20/02/2017 02:10

occhidisale, 20/02/2017 01.11:

Beh Neil Peart non mi sembra proprio leggerino, no?

Non è leggero ma neanche picchia duro e sempre uguale...anzi se vuole ti suona pure il jazz, come in questo evento https://m.youtube.com/watch?v=aT9333XiR4U
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20/02/2017 08:52

Grande greg!
E concordo sul molto fumo e poco arrosto!
[Modificato da Balbo81 20/02/2017 08:53]
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20/02/2017 11:28

Re:
Chameleon., 20/02/2017 00.10:

Imm

Ma i suoi riferimenti (di Martelli) quali sono?




dave grohl

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Re:
Chameleon., 20.02.2017 02:10:

occhidisale, 20/02/2017 01.11:

Beh Neil Peart non mi sembra proprio leggerino, no?

Non è leggero ma neanche picchia duro e sempre uguale...anzi se vuole ti suona pure il jazz, come in questo evento https://m.youtube.com/watch?v=aT9333XiR4U



Lui fa assoli di 10 minuti ad ogni concerto, in cui spesso inserisce momenti jazzati, è vero. Tra l'altro qualche anno fa ho letto che aveva ascoltato sue registrazioni di inserti jazzati e, trovandosi terribile, si era messo a studiare intensamente quel genere.

Comunque parliamo di uno dei migliori batteristi della storia del rock, quindi, come dire...un modello mooolto avanzato in cui Potenza e raffinatezza si fondono (altro che Portnoy...) Ma una complessita' del genere non so quanto si adatterebbe a una musica che molto complessa non è, come quella dei Litifba.
Comunque grazie Chameleon per aver indirettamente tirato in ballo una band fantastica come I Rush in questo forum ;) Io c'ho provato più volte ma non mi ha mai filato nessuno. Diciamo che il prog rock-metal non è molto nelle corde degli utenti di Litfibopolis, purtoppo :(

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