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FORUM DEI CASOLANI NEL MONDO, discendenti dagli emigrati del nostro paese nei vari continenti.
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Storia di una famiglia emigrante

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2006 22:36
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10/10/2006 09:27
 
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Andrea Lannutti
[Non Registrato]
[SM=g27813] [SM=g27813] Tanti anni fa mio padre Pietro, nel 1951, decise dopo aver fatto tanti tentativi per rimanere a Casoli, di emigrare in Svizzera, a Ginevra. Dopo 19 anni, nel 1970, pensò di ritornare a Casoli per farsi una casa e vivere con la sua famiglia, ma non ci riuscì, perché con il misero stipendio di una grande fabbrica di vetri di San Salvo dove trovò occupazione, non poteva ideare il suo sogno, quindi dovette immigrare di nuovo nel 1972, non più in Svizzera ma in un paesino dell'Emilia nella provincia di Bologna, Castel San Pietro Terme, dove c’era suo fratello ad accoglierlo e a trovargli un’occupazione. Subito dopo, finalmente, trovò una casa da comprare per vivere con la sua famiglia come sognava da tempo. In quel settembre del 1972 io Andrea, insieme alla mamma, all'età di 8 anni, lasciai definitivamente con tanto dispiacere Casoli, i nonni, gli zii, gli amici a me tanto cari, i compagni di quella scuola di campagna del Quarto Da Capo, dove in una stessa stanza c’erano 5 classi, non ricordo bene ma non eravamo non più di dieci alunni in tutto e come maestra avevamo la Marinelli. D'inverno dovevamo portare il nocciolo d'olivo o della legna per riscaldarci. Ora sono ancora qui, dopo 34 anni, in questo paese dell'Emilia dove tutti vogliono bene a me e a tutta la mia famiglia. Ho un’attività in proprio aperta da mio padre già da 32 anni, però non riesco mai a dimenticare Casoli, il mio passato, le mie vecchie emozioni, i miei amici, i nonni (oramai in parte defunti), le campagne, gli ulivi sui quali mi divertivo ad arrampicare, le colline sempre verdi, la montagna verde d’estate e bianca d'inverno, il mare non troppo lontano. Ormai, sono solo ricordi… però a Casoli ci ritorno abbastanza spesso, perchè i miei ricordi non devono restare solo dei ricordi e quando posso incontrare parenti e amici di un tempo, io provo una grande soddisfazione. Mi sono accorto di avere due paesi a me cari: Casoli per la mia origine e Castel San Pietro Terme dove vivo. Questa è la storia di una famiglia emigrante.

Andea Lannutti di Bologna
info@carrozzerialannutti.it
10/10/2006 11:50
 
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Donatella
[Non Registrato]
Grazie.....
[SM=g27836]
15/10/2006 19:43
 
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Scheda Utente
 
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Post: 402
Registrato il: 23/02/2005
Occupazione: Libero professionista
Anche io ti ringrazio per il racconto Andrea. L'adolescenza, gli amici, i familiari, la campagna, la disoccupazione, la povertà, l'emigrazione, il distacco, la nuova vita, la nostalgia ... sono parole al centro di una storia breve, raccontata con semplicità, ma ricca di sentimenti. Mi piacerebbe leggerne altre di storie simili, anche brevi come la tua, perchè sono sicura che in ogni racconto, anche semplice, che ha il pregio di essere letto su questo forum disgiunto dagli altri in tutta la sua straordinaria individualità, qualcuno ci si riconosce o come emigrante o come figlio di emigrante. Un giorno, se ne avrò voglia, racconterò anche la mia storia di figlia di emigranti. Io a differenza di te Andrea, non ricordo il giorno che lasciai Casoli, perchè avevo solo due mesi, mia madre tornò in Italia solo per farmi nascere e poi ripartì per tornare in Svizzera, dove ci aspettava mio padre. Fu allora che mi vide per la prima volta. Mia madre mi racconta spesso di quel viaggio che lei dovette affrontare per un tratto seduta su un sedile ribaltabile lungo il corridoio con me in braccio perchè il treno era affollato [SM=g27825]

19/10/2006 07:35
 
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Andrea
[Non Registrato]
La Svizzera
La tua storia Carmela, è quasi simile alla mia; mia mamma lavorava con mio padre in Svizzera nei primi anni '60, poi ritornò a Casoli per farmi nascere e rimase qui, sperando che un giorno il marito potesse presto tornare a vivere con lei, cosa purtroppo mai avvenuta. Nel frattempo vado all'asilo in paese, poi a scuola al Quarto da Capo e conosco amici come nel racconto. Ricordo i viaggi lunghi che sembravano interminabili e tutte quelle persone mai viste prima di allora, poi non capivo quell'attesa lunghissima in quel grande capannone che era la stazione centrale di Milano, dove io e mia mamma dovevamo cambiare treno per andare a Ginevra a trovare un signore che io non conoscevo e che mia mamma diceva di essere mio padre. A dire il vero, il mio papà l'ho conosciuto all'età di circa 6 anni, il mancato affetto paterno l'ho ricevuto da mio nonno materno a cui volevo molto bene, ricordo che mi portava sempre con lui in quella simpatica utilitaria "bianchina alla Fantozzi" a pescare al mare oppure in montagna o in campagna e qualche volta mi accompagnava anche alla scuola media di Casoli, dove mi faceva conoscere la preside e i suoi colleghi, perchè lui lavorava lì come bidello ed io ero molto fiero di vederlo in divisa, sembrava un carabiniere. Il racconto di ognuno è diverso, anche se a volte una storia può essere simili ad un'altra. Saluti. Andrea Lannutti.
19/10/2006 09:14
 
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Scheda Utente
 
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Post: 402
Registrato il: 23/02/2005
Occupazione: Libero professionista
Viaggi
Caspita!! Hai conosciuto tuo padre a 6 anni? Ma dopo la tua nascita lui non era mai tornato in Italia per vedere la sua famiglia?
Anche io ricordo la grande stazione centrale di Milano dove aspettavamo per ore [SM=g27814] l'altro treno, quello che doveva portarci a Losanna. Poi mio padre comprò finalmente la macchina, una Fiat 1500 e da allora i viaggi stagionali furono un po' meno faticosi, ma solo per me e la mamma... [SM=g27818]
Sai quanti italiani oggi risiedono stabilmente in Svizzera? Ben 110.000!! [SM=g27825]

19/10/2006 22:20
 
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Andrea Lannutti
[Non Registrato]
Papà
Sì, mio padre veniva a trovare mia mamma di rado per pochi giorni, ma io non mi rendevo conto di chi fosse, perchè ero molto piccolo ed anche per il fatto che ero troppo affezionato a mio nonno. Poi all'età di 6 anni, un giorno mia mamma mi fece capire esattamente chi era quel signore ed anche perchè lui in quel momento stava più vicino a noi perchè ritornò da Ginevra per rimanere in qui trasferendosi definitivamente in Italia, così trovò quel lavoro a San Salvo nella fabbrica di vetri e restò lì per rimanere vicino al posto di lavoro e noi lo raggiungevamo in estate quando la scuola era chiusa, però mio padre non riusciva con quel misero stipendio a far fronte alle spese per costruirsi una casa e vivere con la sua famiglia, così come nel racconto, emigrammo a Castel San Pietro Terme 'BO' dopo 2 anni [SM=g27825] ed io avevo 8 anni.
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