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Verifica Provincia

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2006 14:47
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18/12/2006 14:47
 
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rifondazionechieti
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da www.rifondazionechieti.it/

Documento della Federazione Provinciale PRC di Chieti sulla Verifica Politica Provinciale

Al Presidente della Provincia di Chieti

E p.c. Ai Capigruppo in Cons. Prov. dei Partiti
Dell’Unione

Ai Segretari Provinciali dei Partiti dell’Unione

Signor Presidente,
come già anticipatoLe, in qualità di Segretario Provinciale del Partito della Rifondazione Comunista, sono a richiederLe la convocazione formale di un tavolo di discussione, con la partecipazione dei soggetti di cui in indirizzo, per discutere della situazione politica ed amministrativa della Provincia di Chieti, a metà del mandato ricevuto dagli elettori e dalle elettrici della provincia di Chieti, e della proposta di percorso contenuta nel documento approvato all’unanimità dal Comitato Politico Federale del PRC di Chieti del 3 Novembre 2006, già in Suo possesso. A nome di Rifondazione Comunista chiedo che all’ordine del giorno siano inseriti, tra gli altri, i seguenti punti:

1. POLITICA FINANZIARIA
Dai dati in nostro possesso risulta una difficoltà dell' Ente ad impegnare e liquidare somme stanziate nel bilancio 2006 a causa del Patto di Stabilità.
Pur riconoscendo alla Provincia il merito di aver rispettato il Patto di stabilità in questi anni e ritenendo che questo sarà rispettato anche per l'anno 2006, non possiamo non sottolineare che l'introduzione del Patto di Stabilità implica da parte di tutti gli Enti , e certamente non solo da parte della Provincia di Chieti , un impegno selettivo nelle priorità della spesa.
Tutto questo significa aumentare la “qualità “ della spesa facendo delle scelte meditate e soprattutto condivise sia all'interno della Giunta che tra le forze politiche che appoggiano questa Amministrazione e ,poi, rispettarle nella amministrazione quotidiana , senza eccezione alcuna, privilegiando quelli che sono i compiti istituzionali dell'Ente.
Le risorse per investimenti , a causa delle Finanziarie di questi anni, si sono fortemente ridotte , anche qui occorre fare delle scelte ben precise su quali investimenti effettuare in questi ultimi due anni di Amministrazione.
Una discussione serena , ma improrogabile, deve aprirsi sull' utilizzo del lavoro interinale per la sua incidenza sul bilancio corrente , cercando di valorizzare al massimo le professionalità presenti all'interno dell’Ente.

2. LAVORO E OCCUPAZIONE IN PROVINCIA DI CHIETI

Un dato preoccupante è dato dalla crescita, registrata negli ultimi tre anni, del ricorso alla cassa integrazione e alla mobilità da parte di molte aziende del chietino. Esistono poi situazioni di crisi conclamate, come quella del Polo Elettronico di Chieti Scalo, o sul punto di esplodere, come quella della Denso di San Salvo. In particolare, alla Oliit si è prossimi al licenziamento e alla messa in mobilità di 170 dipendenti ma la situazione della Thales e della Marconi non è delle più rosee. Alla Denso sono ormai in atto mobilitazioni operaie e sindacali per scongiurare un drastico ridimensionamento di un’azienda che oggi impiega oltre mille dipendenti. E’ quanto mai necessario che la Provincia di Chieti promuova un tavolo istituzionale con la Regione Abruzzo e gli altri enti interessati per definire politiche concrete di intervento sul nostro territorio. Va realizzato concretamente il coinvolgimento delle parti sociali nella fase di elaborazione relativa alle politiche per l’occupazione.
E’altresì necessaria una ridiscussione collettiva ed approfondita dei Patti Territoriali a partire dalle esperienze realizzate nella nostra provincia, dai risultati raggiunti e dalle innovazioni previste.
Resta ancora intatto il gravissimo problema degli infortuni sul lavoro e non è in vista alcuna politica adeguata all’emergenza in atto. Non vi è dubbio che l’individuazione di seri e concreti interventi in materia debbano costituire una priorità assoluta dell’Amministrazione Provinciale. E’ necessario quindi individuare strumenti concreti di azione; da creare o da potenziare e promuovere (come l’Ufficio Provinciale di Consulenza sulla sicurezza del lavoro).
Va strutturato poi l’ Osservatorio Provinciale del Lavoro in modo da distinguerne le funzioni rispetto a quelle dell’Osservatorio Provinciale Economico.

3. POLITICHE DEL LAVORO

I quattro Centri Per l’Impiego, facenti capo al settore lavoro della Provincia, si occupano dei seguenti servizi pubblici: Formazione, Orientamento, Incrocio domanda/offerta, Creazione di impresa, Collocamento obbligatorio.
Il settore lavoro è, da tempo, costituito da un Dirigente facente funzione con incarico a tempo determinato (una dirigenza di mera “copertura”, finalizzata cioè alla firma di meri atti amministrativi di competenza dirigenziale) e da due funzionari. Il restante personale è costituito da un interinale e ben sei co.co.co. tra cui ci sono figure professionali specialistiche (es. giuspubblicisti) che svolgono attività di protocollazione della posta e funzioni di commesso (la sede dov’è ubicato il Servizio Lavoro è infatti un sede distaccata che necessita dell’attività di commesso).
Come può un servizio così delicato e di primaria importanza avere un assetto organizzativo interno di tal fatta?
Come indirizzare, programmare, organizzare e coordinare i Centri Per l’Impiego? Come verificarne i risultati rispetto ai servizi che sono tenuti a svolgere?
Manca un coordinamento effettivo, manca una “politica” comune che sottende, supporta e indirizza i quattro centri, manca un disegno organico; manca una verifica: quali sono e dove sono i report sui servizi svolti dai Centri? Sui risultati ottenuti? Sui punti di forza e punti critici? Sul grado di soddisfazione dell’utenza?
A quanto risulta le indagini e analisi statistiche realizzate dall’Ente risalgono alla precedente Amministrazione e sono state affidate e, ovviamente, super pagate all’Università G. D’Annunzio con risultati di dubbia attendibilità. L’attuale Amministrazione pare, invece, che non sia proprio interessata a porre in essere nessun tipo di verifica. A sentire l’utenza/disoccupati-inoccupati gli attuali C.P.I. sono gli Uffici di collocamento di sempre: nessun segnale di diversità!. E l’utenza/impresa perché dovrebbe rivolgersi ai CPI e non alle tante agenzie private? Quali diversità offrono i CPI per indurle a scegliere il servizio pubblico? Quali le iniziative e le politiche in atto per “convincere”, incentivare e motivare le imprese a rivolgersi al pubblico?
Un episodio significativo sulle politiche del lavoro poste in essere nei CPI della Provincia: i co.co.co. che si occupano della “creazione di impresa” nei quattro Centri, per espresse e inderogabili direttive ricevute, offrono solo un servizio di informazione e consulenza di base. La predisposizione tecnica dei progetti e, quindi, la descrizione dell’idea progettuale, il piano economico, il piano finanziario, ecc. (es. finanziamenti a fondo perduto erogati dalla Regione Abruzzo ogni inizio anno) non viene realizzata, né viene fornito alcun supporto di carattere tecnico. Il servizio erogato è, quindi, minimo e l’utenza, in difficoltà rispetto a una competenza tecnica che i più non hanno, è messa in condizione di rivolgersi al privato, pagando (e molto) un servizio che per legge deve essere pubblico e gratuito.
Va detto poi che vanno completate parti importanti del programma amministrativo della coalizione come quella relativa a politiche mirate di reinserimento di giovani e adulti estromessi dall’ambito lavorativo o quella relativa all’implementazione delle dinamiche di inclusione dei soggetti svantaggiati ( L. 68/06) e alla creazione di un Osservatorio Sociale Provinciale sulla materia.
Infine, non ha ancora trovato attuazione la questione, particolarmente cara a Rifondazione Comunista, dell’accesso al credito per i precari e dell’ampliamento dell’accesso al credito per le imprese agricole.
La Provincia inoltre dovrebbe incontrare gli Isitituti di credito locali per concordare e sviluppare politiche di accesso agevolato al credito nelle zone interne.

4. PERSONALE PRECARIO

I rapporti di collaborazione ( co.co.co. e collaborazioni occasionali) e i rapporti di lavoro atipici in atto presso la Provincia di Chieti corrispondono numericamente a circa l’80% del personale in dotazione organica dell’Ente.
Il solo settore Lavoro e Formazione Professionale ha oggi 86 co.co.co. di cui 80 attivati presso i Centri per l’Impiego.
Ovviamente, tranne rarissime eccezioni, tutte le collaborazioni coordinate e continuative attivate in Provincia disattendono il criterio dell’autonomia celando a tutti gli effetti, rapporti di lavoro subordinato. Quante aspettative di stabilizzazione si sono determinate? Resta di fatto non realizzato il progetto di stabilizzazione dei precari, richiesto a gran voce da Rifondazione Comunista.
Rispetto al lavoro interinale il livello numerico ha assunto dimensioni macroscopiche. Un dato significativo per capirne la portata: nell’ultima rilevazione trimestrale del conto del personale risulta una spesa sostenuta dalla Provincia per i lavoratori interinali pari a 900.000,00 di euro.
Oltre alla elevata e insostenibile dimensione numerica assunta dal fenomeno, il problema concerne anche la allocazione di detto personale nei diversi settori dell’Ente e l’effettiva utilizzazione dello stesso. Non vi è, in buona sostanza, alcuna seria regolamentazione diretta alla individuazione:
- del limite numerico “sostenibile”,
- dei servizi che effettivamente necessitano di personale aggiuntivo rispetto a quello in organico.
La politica economica nazionale, in particolare il blocco perdurante delle assunzioni imposto dalle leggi finanziarie, può dar luogo, forse comprensibilmente, a un incremento del lavoro atipico nelle P.A. e, a volte, a un utilizzo non proprio corretto di questi istituti contrattuali, ma la constatazione che in Provincia di Chieti le collaborazioni e i rapporti di lavoro interinali rappresentano circa l’80% del personale in dotazione organica è cosa diversa e impone una seria riflessione sulle SCELTE ORGANIZZATIVE finora poste in essere da questa Amministrazione, SUGLI SPRECHI di denaro pubblico e sul rischio che la precarietà diventi veicolo di POLITICA CLIENTELARE .

5. PERSONALE INTERNO

Ovviamente, l’affidamento di incarichi di collaborazione e l’assunzione di personale interinale implica la mancata valorizzazione del personale interno, assolutamente sottoutilizzato e privo di una adeguata formazione.
I mutamenti istituzionali in atto attribuiscono alla province nuove competenze e funzioni a carattere permanente (vedi politiche del lavoro, formazione, anas, trasporti, agricoltura, ecc.). L’Amministrazione Provinciale anziché incrementare le collaborazioni esterne (delle quali si chiede un elenco dettagliato con relative spese), dovrebbe fare una seria ricognizione delle professionalità interne sottoutilizzate (titoli e esperienze acquisite) e utilizzare proficuamente le risorse professionali di cui già dispone, nonché procedere allo sviluppo di professionalità specifiche mediante una formazione mirata, un aggiornamento dei profili professionali, una riconversione del personale interno (e, comunque, in sede di programmazione triennale dei fabbisogni ricorrere alle procedure di progressione e/o di mobilità).

6. QUADRO DIRIGENZIALE

In Provincia sono andati via diversi dirigenti (almeno quattro). Molti servizi, quali le Attività Produttive, il Turismo e Cultura, le Politiche del lavoro, la Ragioneria, l’URP ecc, sono stati affidati a tempo determinato (anche per un solo mese o due) a dirigenti facenti funzioni che avevano, e continuano ad avere, la direzione di altri Settori. Il più delle volte si tratta di dirigenze “di copertura”, palesemente finalizzate alla firma di meri atti di ordinaria amministrazione.
C’è poi il caso delle Attività Produttive che negli ultimi 6/7 mesi ha visto il susseguirsi di ben quattro dirigenti con incarichi a tempo determinato, inclusi due mesi di assenza totale di dirigenza e da ultimo (per pochi giorni) con l’anomalia di due dirigenti.

7. URBANISTICA E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

Questo settore sembra completamente ignorato, nonostante l’importanza del ruolo affidato all’istituzione provinciale. Basti pensare all’assoluta esiguità dei fondi in dotazione all’Assessorato competente: Euro 40.000,00 (quarantamila) per l’anno 2006!
Con tali somme è quasi impossibile intervenire ed i ritardi si fanno pesanti. La positiva adozione del PTAP rischia di rivelarsi irrilevante in assenza dei conseguenti e concreti atti esecutivi. Urge, ad esempio, risolvere le questioni legate al riutilizzo e alla dismissione di edifici produttivi e alla delocalizzazione di alcune attività pericolose nell’agglomerato di Vasto – Punta Penna.
Altrettanto urgente è l’adozione, attraverso forme di consultazione e di partecipazione, del Progetto Speciale Territoriale della Fascia Costiera, previsto dal PTCP, soprattutto in relazione alle problematiche aperte dalla dismissione delle aree FS.
Infine, si rende assolutamente necessaria una discussione pubblica e partecipata sul PTCP adottato dalla Provincia di Chieti e comunque una riforma dello stesso PTCP in relazione alla tutela dei centri storici, ad oggi lasciati alla assoluta discrezionalità e sensibilità dei Comuni.

8. REGOLAMENTO TRASPARENZA SU APPALTI, COTTIMO FIDUCIARIO E INCARICHI PROFESSIONALI

Altro elemento di discontinuità, mai introdotto, è quello relativo alla gestione dei consistenti appalti, del cottimo fiduciario e degli incarichi professionali. Rivendichiamo con forza lo studio e l’applicazione di un Regolamento sulla Trasparenza che allontani il rischio sempre presente della corruzione e del clientelismo. Un punto irrinunciabile per la fine della legislatura.

9. AMBIENTE E TERRITORIO

Notevoli sono le carenze in tale ambito. In particolare si sottolinea l’inadeguatezza del monitoraggio ambientale, realizzato attraverso una convenzione con l’Istituto Mario Negri Sud. Di fatto, i dati disponibili sul web sono frammentari e non aggiornati. Occorre intervenire subito per ottenere il rispetto di quanto previsto in convenzione oltre che la pubblicazione dei dati storici, l’omologazione della strumentazione adottata con quella dell’Arta, in modo da ottenere dati confrontabili, e la rilevazione di dati puntuali e non nella media delle 24 ore (praticamente inutili per la maggior parte degli inquinanti).
Manca completamente un quadro condiviso circa l’uso e la tutela del territorio. Su temi importanti, come quelli relativi al Parco della Costa Teatina, alla realizzazione di porti turistici, ai pesanti interventi infrastrutturali sul porto di Ortona, alla realizzazione di strade, come la Postilli-Riccio, che pregiudicano lo sviluppo ecocompatibile di territori di rilevante importanza, prevalgono le posizioni discutibili e ondivaghe del Presidente della Provincia di cui lo stesso Presidente non ha discusso né con i suoi Assessori né, tantomeno, con le forze politiche che compongono la coalizione.
Ciò mentre l’intera provincia diventa territorio di conquista per inquinatori indigeni e “da importazione”. Basti pensare alla CIAF di Atessa, alla Laterlite di Lentella o all’uso sconsiderato delle cave nell’area Vasto-S. Salvo-Cupello.
Nel programma provinciale era poi previsto il potenziamento degli impianti di depurazione, la lotta agli scarichi abusivi, una particolare attenzione sulla depurazione dei reflui urbani e delle acque di scarico delle zone industriali e artigianali, tutela del patrimonio idrico. Sarebbe importante saper cosa, ad oggi, è stato realizzato in materia.
A proposito di agricoltura ci preme sottolineare, aldilà dei molteplici aspetti che emergono dal programma, che una questione annosa come quella dei consorzi di bonifica, ed in particolare la questione relativa all’emissione di cartelle esattoriali pressoché illegittime, non è stata né affrontata né risolta. Nonostante un o.d.g., votato all’unanimità dal Consiglio Provinciale, che impegnava la provincia ad attuare un percorso che dirimesse le questioni aperte tra una larga parte degli agricoltori ed il consorzio ( richiesta della perimetrazione delle aree irrigue ai comuni, ecc..), la questione è rimasta lettera morta.

10. OPS, ALESA E SOCIETA’ PARTECIPATE

Una vita travagliata ha avuto sinora l’OPS, penalizzata tra l’altro da precedenti scelte politiche inadeguate relative all’indicazione dei suoi amministratori. Ciò ha impedito un serio ripensamento e un rilancio della sua azione. D’altra parte si fa sentire pesantemente la mancanza di una visione strategica nel settore che invece è in balìa degli umori presidenziali e a rischio di strumentalizzazione clientelare. Va quindi innanzitutto smontato questo meccanismo che relega società ed enti strumentali della Provincia a problemi secondari da affrontare nella gestione del potere.
Non è una caso che, nonostante le rassicurazioni, a distanza di oltre due anni dall’insediamento della Giunta Coletti, restano in posti chiave elementi ereditati dalla Giunta di centrodestra, evidentemente buoni per tutte le stagioni. Particolarmente eclatante il caso dell’ex Consigliere Provinciale nominato Presidente dell’Alesa da Febbo, poi autonominatosi Direttore delle stesso Ente, che continua a svolgere ancora oggi mansioni dirigenziali nella rinnovata Alesa !
Manca, in conseguenza di quanto detto, una visione d’insieme nell’ambito delle società partecipate dalla Provincia, di cui spesso non si conosce l’esistenza e di cui invece si potrebbe approfittare come strumenti di politiche attive. Anche in questo settore urge una ricognizione piena delle società e degli enti partecipati e una strategia complessiva, consapevole e condivisa di intervento. Non è possibile infatti continuare nell’incertezza attuale circa la natura ed il ruolo delle società esistenti o che si vorrebbero costituire per risolvere il problema della stabilizzazione dei tanti precari esistenti in alcuni settori dell’Amministrazione. Al di là delle problematiche giuridiche e legislative, sono l’inquadramento “politico” e la partecipazione alle scelte che mancano e da qui bisogna ripartire.

11. CONTRIBUTI A ENTI E ASSOCIAZIONI

La politica clientelare della precedente Giunta di centrodestra era ossigenata dalla “infinita” erogazione di contributi (considerevoli e non) secondo criteri che ignoravano la valenza delle iniziative proposte e l’attendibilità degli Enti e Associazioni richiedenti.
Rispetto a detta politica di “finanziamenti a pioggia” l’Amministrazione attuale non dà alcun segnale di rottura concreta. Si pone quindi il problema di una ridefinizione di competenze e budget oltre che di una seria applicazione dei regolamenti in essere.

12. ASSESSORATO TURISMO E CULTURA

Per quanto riguarda Turismo e Cultura non si può sottacere l'estrema difficoltà in cui è stato messo l'Ente dall'assenza per alcuni mesi dell'assessore di riferimento, ma altri rilievi possono essere portati all'attenzione della discussione.
In primo luogo un'assenza di una vera politica culturale che privilegi le iniziative “di qualità “ invece che la sponsorizzazione di grandi eventi quali il “Festivalbar” , che poi non lasciano alcuna traccia sul nostro territorio.
Anche una iniziativa più serrata sulla promozione del nostro territorio è augurabile, invece che contribuire a tante piccole manifestazioni.

13. WELFARE E IMMIGRAZIONE

Anche nel Welfare occorre fare delle scelte più precise che implementino i servizi reali agli anziani non autosufficienti o in stato di bisogno e creare dei meccanismi di controllo , sia sull'impatto che ogni singolo progetto ha , sia sul gradimento o grado di soddisfazione dell'utenza, per poter effettuare le politiche di aggiustamento necessarie. Anche in questo settore rimangono inattuati il Consiglio delle Autonomie Locali , il Piano Provinciale per l'Immigrazione e la Consulta Provinciale relativa

14. ATTIVITA’ DI DIREZIONE E COMUNICAZIONE

Si ritiene non piu’ rinviabile l’organizzazione, definitiva e stabile, degli assetti dirigenziali .
Questo anche per evitare che talune figure si sostituiscano ai funzionari o anche alle
attivita’ degli stessi Assessori , ingenerando confusione e sovrapposizioni personali.
Per quanto riguarda la comunicazione , anche alla luce del nuovo progetto dell’ URP ,
si ritiene che l’apporto di competenze di un esperto del settore non possa che migliorare
l’immagine complessiva della Provincia , eliminando anche alcuni vistosi errori di
comunicazione riscontrati nel recente passato .

Chieti, 12 Dicembre 2006



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