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NO ALL'ABRUZZO PETROLIZZATO

Ultimo Aggiornamento: 05/08/2009 11:05
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10/12/2008 08:26
 
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Fabrizio Montepara a Carlo Costantini

"Sul No al Centro Oli dobbiamo unire l'Abruzzo non dividerlo"
Il giudizio negativo di Berlusconi sull'opera è un'opportunità da sfruttare, non un pretesto per sterili polemiche


Caro Carlo,
ora davvero non riesco più a capirti. Ho apprezzato in queste ultime settimane il tuo attivismo sul «no» al Centro oli. Pur militando in uno schieramento diverso dal tuo, ho accolto come un elemento positivo tutte le voci che si sono alzate contro l'impianto dell'Eni, prima o dopo, in anticipo come il sottoscritto, con l'associazione Città del Vino, e come tante altre associazioni ed enti, oppure soltanto in un secondo tempo.
Ma adesso insistere nel dire che le parole di Berlusconi sono «balle» è solo un modo per indebolire una causa che in tanti stiamo sostenendo in maniera assolutamente trasversale.
Ci sarebbe piuttosto da scolpire nella pietra le parole del Presidente del Consiglio, ripetere dieci cento mille volte la promessa che Berlusconi ha fatto sabato scorso a Pescara, quel giudizio «assolutamente negativo» che può essere la chiave che chiude definitivamente in un cassetto lo sciagurato progetto dell'Eni su Ortona. Tutti, insieme, compatti, far sentire al premier, al Governo e a tutto il centrodestra e al centrosinistra il peso di quelle parole, che un'intera regione ha ascoltato e tiene a mente. Dovremmo sfidare il Governo su questo piano, centrodestra e centrosinistra insieme.
Invece questa continua guerra sulle intenzioni e le riserve mentali, questo tuo produrre carte del passato sono davvero un atto di egoismo, che cerca di dividere quando più ci sarebbe bisogno di stare uniti su questo problema.
Anche ciò che dici a proposito del disegno di legge 1441 ter all'esame del Parlamento è incompleto: un emendamento approvato in Aula, proposto dallo stesso Centrodestra alla Camera (Massimo Polledri, Lega Nord) e sul quale si è detta pienamente d'accordo anche l'opposizione, prevede che per fare i primi pozzi, le prime esplorazioni e le opere infrastrutturali, prima che vengano dichiarate di pubblica utilità, è richiesta l'intesa con le Regioni (è tutto sul mio blog, [URL=www.montepara.it]www.montepara.it).
Potrei, inoltre, mostrarti le carte e i documenti che il Governo regionale del Pd tuo alleato ha avallato per la realizzazione del Centro Oli; le dichiarazioni del presidente della Provincia di Chieti, Tommaso Coletti, che in campagna elettorale da candidato sindaco a Ortona indicava l'impianto dell'Eni come una «risorsa importante». Cosa dovremmo dire, allora, delle parole contro il Centro Oli pronunciate in questi giorni da Gaetano Basti, direttore dell'Arta, che a marzo 2007 diede invece parere favorevole a quell'opera? E tu, Carlo, eri un consigliere regionale con accesso agli atti quando dal 2001 in poi la Regione Abruzzo ha avviato l'iter delle autorizzazioni per l'Eni. In quegli anni cosa disse l'opposizione di quell'opera? E in Basilicata il Centro Oli l'ha fatto realizzare il Centrosinistra. Beh, non ne usciremmo più a furia di discussioni e di rimpalli di responsabilità.
Guardiamo al futuro, il «no» comune e collettivo di tutte le forze politiche, associazioni e cittadini a quest'opera sta dando i suoi risultati, la goccia sta scavando la roccia. Invece ho l'impressione, ora davvero, che il Centro Oli sia per voi solo un pretesto elettorale, soltanto un modo per tenere alto il livello dello scontro, a prescindere se poi, dopo le elezioni, quest'opera si realizzerà o meno. Ho quasi l'impressione che ti dispiaccia che Berlusconi abbia detto no al Centro Oli. Ti ha spiazzato? Perché a questo punto un cittadino dovrebbe fidarsi di te più di quanto si debba fidare di Gianni Chiodi o dello stesso Berlusconi?
Non so tu dove vivi, dove sia la tua casa, non importa. Io vivo a pochi chilometri da dove l'Eni vorrebbe realizzare il Centro Oli. Un giorno i miei figli mi chiederanno che cosa ho fatto di buono per il luogo in cui vivo, e non basterà dire loro che magari ho vinto le elezioni, se qui vicino ci sarà un mostro che sbuffa carbone e distrugge il paesaggio e l'economia. Non mi interessa vincere le elezioni nel deserto! Il mondo non finirà il 15 dicembre, è al dopo che dobbiamo pensare.
Facciamo sentire forte il peso di una regione compatta contro un'opera che non vuole, piuttosto che continuare a indebolirci l'uno con l'altro e a delegittimare, in questo modo, una formidabile battaglia di civiltà.

Un caro saluto.

Fabrizio Montepara

Comunicato Stampa Fabrizio Montepara, Vice Presidente Nazionale Associazione «Città del Vino»

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