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LA SCUOLA, SPECCHIO DI QUESTA SOCIETA' MALATA

Ultimo Aggiornamento: 24/09/2009 16:36
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20/03/2009 19:35
 
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12 bambini Premiati al Festival di Cannes, vengono bocciati a scuola perché non raggiungono gli obiettivi didattici

"Bocciati a scuola gli attori di Gomorra" è il titolo dell'articolo di Roberto Saviano pubblicato nel 2008 e inserito anche sul suo sito in questa pagina .
Dodici ragazzi che hanno recitato nel film hanno perso l'anno a scuola. E lo scrittore napoletano racconta quanto questi adolescenti fossero invece bravi, saggi e capaci di discernere tra il bene e il male.
 
«Hanno bocciato Totò e Simone - racconta Saviano nel suo articolo - e altri dieci ragazzini che hanno recitato in 'Arrevuoto'. E hanno recitato nel film 'Gomorra'. Sono stati attori nei teatri più famosi d'Italia. - precisa lo scrittore - Hanno avuto i complimenti del presidente Napolitano che era andato a vederli alla prima al Teatro Mercadante e poi li aveva salutati uno per uno. Il presidente si era pure lasciato dipingere la faccia di nero da un pulcinella nervoso inserito nello spettacolo. Al Festival di Cannes, il più importante festival del cinema internazionale, hanno ottenuto uno dei tre premi maggiori: il Premio speciale della giuria. Eppure alla scuola media Carlo Levi di Scampia li hanno bocciati.»

«Avevano fatto molto per mostrare, forse fuori dall'aula scolastica, il loro talento, gli elementi per sognarli in maniera diversa da come la vita ti determina in queste zone. Eppure li hanno bocciati. Non stiamo parlando di studenti modello. - continua Saviano - Non stiamo neanche parlando di scolaretti fermi nelle loro sedie che si impegnano e però non ce la fanno. Stiamo parlando di ragazzini spesso esagitati, che ti rispondono con un ghigno, che appena possono non si presentano in classe, che aizzano i compagni alle peggio cose. Ma questo è solo un aspetto. I professori che hanno bocciato Totò, Simone e gli altri perché non sono stati rispettosi delle regole e non hanno raggiunto gli obiettivi didattici, credono di aver agito per il bene della scuola e si sentono in pace con se stessi. Invece hanno fallito clamorosamente nel confrontarsi con quegli alunni e pure con l'offerta di un'educazione alternativa che hanno incontrato fuori dalla scuola. Forse perché non riescono ad accettare che questa possa essere venuta da qualcun'altro, forse perché ritengono intollerabile che fosse presentata pure sotto forma di qualcosa che è anche divertente e gratificante, di certo più divertente e gratificante che andare a scuola. Non si è mai visto che dei ragazzini difficili di un degradato comune di periferia, possano per due giorni stare accanto alle star, essere autorizzati a sentirsi un tantino come loro. Meglio bocciarli che rischiare che si montino la testa!»

«Tutto il lavoro fatto per anni da questi ragazzi prima col teatro e col film, per i loro professori non conta nulla. Loro non vedono nemmeno che questo significa imparare qualcosa, doversi concentrare, ascoltare, prendersi un impegno. Per loro sono solo dei guappettelli già mezzi criminali che recitano se stessi, sai che ci vuole! Non colgono che questo sia già un'opportunità di vedere se stessi e il loro quotidiano con un occhio esterno, un'occasione per entrare in contatto con le proprie risorse creative, e neppure che stanno dando un contributo alla cultura. Va bene per il mio libro, o che non conoscano o apprezzino la patafisica dell''Ubu Re' di Alfred Jarry, ma nemmeno 'Le nuvole' di Aristofane, una delle prime e più belle commedie della storia dell'uomo? Possibile che di tutta la grande pedagogia italiana da Maria Montessori a don Milani, ai maestri di strada come Marco Rossi Doria non sia rimasto proprio nulla? Ed è per questo, per averli visti felici e orgogliosi, che la bocciatura di Totò, Simone e degli altri loro compagni mi mette addosso una rabbia che mi brucia. Un professore della Carlo Levi di Scampia mi ha confidato: "Hanno bocciato Totò, e questo in una scuola che non dovrebbe più bocciare né promuovere. Una scuola che si è arresa, là dove invece bisognava custodire la speranza. Hanno bocciato Salvatore e Simone addirittura all'esame di terza media. Questa è una scuola che sistematicamente sacrifica i più vivaci e intelligenti, i più irrequieti e imprevedibili". E mi vengono in mente le parole di don Milani circa la scuola dell'obbligo dove sostiene che "bocciare è come sparare nel mucchio»

A me invece, vengono in mente le parole della canzone di Gaber: "...non insegnate ai bambini... la vostra morale...".
Dovrebbe essere il contrario, ma dopo anni, riscopro che la scuola è lo specchio della società. Una società malata!
Una dirigente scolastica un giorno ha detto: "L'obiettivo della scuola non è quello di UNIFORMARE gli alunni, ma di dare a tutti gli STESSI STRUMENTI". Belle parole... che condivido in pieno!! Non fanno una grinza!! Peccato però, che tra il dire ed il fare... c'è di mezzo il mare...
[Modificato da Maria Carmela 20/03/2009 19:54]

23/03/2009 20:53
 
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Altro che porgere l'altra guancia...

L'educazione morale nelle scuole oggi:
"chi la fa, l'aspetti"
"ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria"

Ne manca un'altra: "occhio per occhio...."
Ed ecco che mi torna in mente la canzone di Gaber: "...non insegnate ai bambini..."

21/07/2009 23:30
 
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TREVISO, PER I COMPAGNI "PUZZA", NAPOLETANO CAMBIA SCUOLA

TREVISO - Una donna napoletana, madre di un 12enne, ha deciso di trasferire il figlio in un'altra scuola media stanca delle offese e dei comportamenti razzisti che il ragazzino subiva dai compagni. E' accaduto a Treviso. La donna, che ha raccontato la vicenda all'emittente televisiva 'Antenna Tre Nordest', ha sostenuto che il figlio veniva preso di mira in quanto "meridionale". La signora, che non ha presentato però alcuna denuncia, ha spiegato che gli altri alunni lo sbeffeggiavano, intonando canzoni contro i napoletani, dicevano avevano paura di lui, "perché figlio di un camorrista", e lo emarginavano durante le attività scolastiche e ricreative.

Tra i gesti più odiosi riferiti dalla donna, anche l'abitudine di alcuni compagni del figlio di disinfettare le penne dopo che lui le aveva toccate "perché puzzava".

La signora ha provato a far presente la situazione alle insegnanti della scuola - un istituto del centro di Treviso - ma si sarebbe sentita rispondere che era il suo ragazzo ad essere problematico.

Fonte: ansa.it

22/07/2009 12:29
 
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QUANDO LA SCUOLA FALLISCE...

Ieri, una insegnante di Pordenone (madre di un adolescente), dopo aver letto questo articolo (postato anche nella Rassegna Stampa del sito), ringraziandomi con una e-mail, mi ha segnalato un fatto accaduto a suo figlio l'anno scorso, una vicenda finita con una denuncia ai carabinieri: Insegnante denuncia: «Bullismo su mio figlio»
In riferimento alla denuncia, la preside stupita, le ha detto: "ma come, proprio lei che insegna?" La risposta della madre è stata: "proprio per questo l'ho fatto!!!"

Quando in un precedente messaggio dicevo che la scuola è lo specchio della società, una società malata, mi riferivo anche ad episodi di questo genere. Purtroppo la discriminazione nelle scuole è un problema molto serio, è presente ovunque e poco si fa per evitare che tutto ciò continui ad accadere. Non servono neppure le denunce dei genitori, tutto resta com'è... se non peggio...

Si è portati a pensare che le vittime del razzismo nelle scuole, siano solo meridionali o extracomunitari (come nel caso dell'articolo di ieri), ma non è così, poichè il fenomeno non riguarda solo i ragazzi di ceti svantaggiati.
E' triste dover affermare che nelle nostre scuole, un ragazzo/a subisce angherie da parte dei compagni, anche solo per il fatto di non vestirsi alla moda, di non portare zaini, scarpe, tute, abiti firmati o per non avere capelli cortissimi, o lunghi, ma pettinati come bambole, o peggio ancora, di non rovesciarsi mezza bottiglia di profumo (puzza) addosso.
E' triste dover affermare che, il comportamento "non convenzionale" di un ragazzo, oltre ad attirare su di se l'odio dei compagni (che non si limitano a disinfettare solo le penne, come descritto nell'articolo, ma anche i banchi e tutto ciò che viene toccato dalla vittima), appaia pure all'occhio degli insegnanti come un fenomeno problematico... tanto da far svolgere un compito a tema, proprio sul ragazzo... oppure mettendolo in imbarazzo davanti all'intera classe accusandolo di cose di cui non è responsabile...

Questo tipo di ragionamento, porta al fallimento totale di una istituzione che, invece di salvaguardare i ragazzi da una SOCIETA' SCELLERATA, ne diventa corresponsabile, perchè nessuno ha ancora capito che, anche i "bulli", i "carnefici", sono a loro volta delle vittime. Vittime ignare di questa nostra bella società dei consumi, fondata principalmente sull'effimero, sull'apparire e non sui valori interiori di ognuno.
E' così che oggi, un ragazzo con delle potenzialità ed una intelligenza anche superiore alla norma, invece di essere capito, viene facilmente ANNIENTATO... ANNULLATO... e MARCHIATO con dei giudizi al limite dell'immaginazione... da apparati scolastici incapaci di badare anche a se stessi e che nascondono la polvere sotto il tappeto invece di fare pulizia.

Fortuantamente i nostri figli raccontano cosa accade in una classe, è inutile vietare severamente ad un genitore, anche solo di sbirciare dal corridoio una porta aperta dell'aula. I ragazzi hanno occhi, orecchie ed anche tanta intelligenza per riuscire a giudicare ed intuire cosa accade loro intorno... sono molto più sensibili di noi adulti.

Non è assolutamente giusto che dei genitori debbano cambiare scuola al proprio figlio per i disagi arrecati da un clima di reiterata ostilità. Mi sembra più corretto un atto di autoanailisi da parte degli apparati scolastici rivolto ad un cambiamento radicale di tutto il sistema.
[Modificato da Maria Carmela 24/09/2009 16:50]

22/07/2009 17:40
 
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...ancora una nota sulla scuola, specchio di una società...

Arriva puntuale anche il commento di Italia dei Diritti sulla vicenda del 12enne napoletano:
Dura la reazione della Martino: "Il germe del razzismo purtroppo viene alimentato quotidianamente anche da chi ci governa"

di seguito l'articolo integrale di poco fa:

Ancora fenomeni di razzismo in Italia. Questa volta la vittima è un ragazzo napoletano di 12 anni che, trasferitosi da qualche anno a Treviso con la famiglia, si è visto apostrofare dai sui compagni di classe con insulti e offese razziste come "figlio di camorrista" "sei napoletano quindi puzzi" e "monnezza".
La mamma, stanca delle continue angherie che suo figlio era costretto a subire quotidianamente, ha deciso di cambiare istituto scolastico al ragazzo e di denunciare l'accaduto sull'emittente televisiva Antenna Tre Nordest.
Annalisa Martino, responsabile per la scuola e l'istruzione dell'Italia dei Diritti, ha commentato: "E' inaudito che episodi come questo avvengano proprio nel ricco e progredito Nordest dove il lavoro, la produttività e la ricchezza dovrebbero anziché frenare, favorire la maggiore circolazione di idee e l'attitudine al pluralismo".
Non è la prima volta infatti che nel Veneto e nelle regioni limitrofe si verificano situazioni del genere, spesso avallate anche dal comportamento degli insegnanti che tendono a sminuire le continue prese in giro dei ragazzi. "Azioni di questo tipo - conclude la Martino - sono incrementate anche dalla mentalità corrente e da chi ci governa; esponenti di uno stato laico come Salvini, della Lega Nord, che si aggregano ai cori razzisti da stadio, non possono fare altro che rafforzare questa cultura dell'intolleranza e di chiusura verso l'altro".

24/09/2009 16:07
 
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Quando il bullismo dalla scuola continua anche su Internet

Morire a 15 anni vittime di cyber-bullismo

di Stefano Marucci

Holly Grogan si è gettata da un ponte, tornando da scuola. Era caduta in depressione da settimane, e non è stato un gesto improvviso. A casa, indirizzata ai suoi genitori, aveva lasciato una lettera di addio. Sui suoi quindici anni pesavano come macigni le continue angherie sofferte nelle reti sociali. Troppo per lei.

I suoi amici la ricordano, giustamente, nel migliore dei modi. Sorridente, felice, serena tra i banchi di scuola della St Edwards’s School. Siamo a Cheltenham, una cittadina termale immersa nel verde a 40 kilometri da Birmingham, nel sud d’Inghilterra. Centodiecimila anime, sparse in villette abitate da una ricca borghesia impegnata nel turismo o di commuters che ogni giorno raggiungono Birmingham o Bristol con il treno, lasciando i loro figli in un ambiente sano e protetto. Trovare amici può non essere semplice da adolescenti, anche quando si è carine come Holly, e allora le reti sociali come Facebook o MySpace diventando il mondo privilegiato per cercare di uscire dal piccolo punto di vista di una città che non riesce a darti tutto quello che i tuoi anni vorrebbero.

NESSUNA PIETA’ PER I NIUBBI – I newbye o “niubbi” sono coloro che, in un gioco on line di massa (dai vecchi MUD ai più conosciuti “World of Warcraft” e “Second Life”), entrano per la prima o comunque per le prime volte in un mondo a loro estraneo. Non conoscono ancora al meglio le interfacce che hanno di fronte, le infinite possibilità di espressione, non conoscono come nella rete ci si schiera in fazioni. Le reti sociali non sono da meno, e Holly era una “niubba”. Incapace di comprendere appieno il mezzo che aveva davanti ne è stata prima affascinata, poi soggiogata. Poi è diventata vittima, vittima perché ingenua e incapace di difendersi.

INONDATA DI MESSAGGI – Presto si è trovata il proprio “muro” di Facebook inondato di messaggi derisori, insultanti, denigratori. Messaggi ai quali non è mai riuscita a replicare. Secondo una sua amica, Holly era già vittima di un bullismo reale, nella sua vecchia scuola. Per questo i genitori decisero di trasferirla alla Saint Edward, anche se non ne condividevano le basi cattoliche. Ma a quanto pare i suoi vecchi “amici” hanno contattato i nuovi compagni di scuola per stringere una alleanza contro la povera ragazza. Il risultato è stato non solo la continuazione della persecuzione durante le ore scolastiche ma anche un continuo bombardamento di insulti e minacce dal web.

TUTTA COLPA DI INTERNET? – Il bullismo è iniziato a scuola, ed è continuato anche a casa tramite le reti sociali. Holly si è sentita circondata. La colpa non è di internet, che ha solo amplificato una vulnerabilità di una ragazza appena quindicenne alla quale dei pessimi compagni avevano tolto il sorriso prima e la fiducia in sé stessa poi, portandola al suicidio. Nel Regno Unito il problema però è preso seriamente in considerazione. Un sito del governo che raccoglie le denuncie delle vittime di bullismo (elettronico ma non per questo virtuale) ha una media di circa 10.000 visitatori al mese.


24/09/2009 16:36
 
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Ho notato che molti minorenni sono su FaceBook (basta darsi qualche anno di più per non bloccare il modulo elettronico che non accetta iscrizioni dei minorenni). Poi, senza pudore, si parte con i "complimenti" alle varie foto oppure ai vari post che vanno da faccia di m***a a co****ne e non si scherza! Sono quei ragazzi irreprensibili, i classici primi della classe, quelli che, i genitori pensano siano figli modelli...un classico insomma...

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