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Donne e lavoro

Ultimo Aggiornamento: 15/09/2006 10:01
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08/03/2006 12:03
 
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Donne e lavoro, più occupate ma meno pagate

In Europa negli ultimi anni il tasso di occupazione femminile è cresciuto riducendo il divario con gli uomini ma le donne guadagnano ancora il 15 % in meno degli uomini. E per loro rimane difficile conciliare professione e vita privata. Il rapporto Eurostat-Commissione europea. CARRIERE IN EUROPA: un manager su tre è donna. PAY-GAP: in Italia stipendi più bassi del 7%. CHI FA COSA: uomini e donne ore di attività

diFederico Pace

Sono più preparate, trovano più facilmente lavoro, macontinuano a guadagnare meno dei loro colleghi uomini e occupano con difficoltài posti che contano in azienda. I dati Eurostat raccolti dal Rapporto dellaCommissione europea rimandano uno scenario poco confortevole per quella partedel mondo del lavoro che spesso deve occuparsi anche di lavori domestici e diattività di cura.

Occupazione. Negli ultimi anniil tasso di occupazione femminile in Europa è salito al 55,7 % riducendo ildivario con gli uomini a 15,2 punti percentuali. I paesi con la migliorecondizione occupazionale femminile rimangono Svezia, Finlandia e Danimarcamentre resta elevato il divario, fino a oltre il 20 per cento, in Italia,Spagna, Grecia, Cipro, Lussemburgo e Malta. Anche il divario uomo-donna neltasso di disoccupazione è diminuito fino a 2,1 punti percentuali nel 2004 (eradel 3% nel 1999).

Part-time e figli. Nonostantequesta convergenza restano però ancora molti gli elementi di divergenza trauomini e donne. Nel 2004 il 32,6 per cento di loro lavorava con contratti atempo parziale mentre faceva lo stesso solo il 7,4% degli uomini. Ed èsoprattutto la difficoltà a tenere in equilibrio vita professionale e vitaprivata a spiegare le permanenti differenze. In quasi tutti i paesi europei ledonne con un bambino, con età compresa tra 20 e 49 anni, hanno tassi dioccupazione più bassi di quelle che non hanno dei figli. Sono occupate il 75,4%delle donne senza bambini mentre lo sono solo il 61,1% di quelle con prole. Alcontrario di quanto accade per gli uomini dove l’occupazione degli uomini configli raggiunge il 91,2 % contro l’85,6% di quelli senza figli.

Stipendi e posti che contano. Seppurele differenze rimangono significative da nazione a nazione, in Europa le donneguadagnano il 15% in meno dei loro colleghi uomini (era il 16% nel 1999). Ildato è imputabile, secondo gli autori, al mancato rispetto della legilslazionesulla parità ertributiva e a una serie di ineguaglianze strutturali come lasegregazione in dati ambiti del mercato del lavoro, sistemi di valutazione estereotipi. Il divario è cresciuto in questi ultimi anni in Francia, Germania,Belgio, Portogallo e Slovacchia. Una moderata riduzione si è registrata indiciassette nazioni. In Italia la differenza è di soli 7 punti percentuali (veditabella). Quanto ai posti che contano, nelle imprese europee solo un terzodei manager (veditabella) è donna. Quanto ai top manager la proporzione scende a una sudieci.

Più lavoro e meno tempo libero.Se si guarda poi a come impiegano il tempo i due sessi, ci si accorge che inmedia sono le donne a lavorare di più (veditabella). In Italia, Slovenia, Estonia, Spagna e Ungheria si arriva anche aun'ora in più. Solo nel Regno Unito e in Svezia il numero di ore lavorare daidue sessi si equipara.

CARRIERE IN EUROPA:
Un manager su tre è donna.

PAY-GAP:
In Italia stipendi più bassi del 7%

CHI FA COSA:
Uomini e donne ore di attività

lunedì 06 marzo 2006

Fonte: repubblica.it


28/03/2006 11:35
 
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?
Letto MArì ma.. nn saprei ke dire.. da cs potrebbe dipendere? Dal fatto ke siete donne? Forse dal fatto ke gliuomini hanno + carattere e allora s pensa ke nelle situazioni difficili siano loro qlli a nn mollare finoall'ultimo? Non saprei proprio.. può anke darsi ke "chi ha il potere" sottovaluta voi donne (..o almeno, la maggior parte d voi) xkè pensano ke le donne siano + portate a farsi una famiglia (qndi ad avere 2 stipendi e un "appoggio" qll del marito) invece gliuomini spesso sn portati alla vita da single (penso + dele donne..) ..?
Se qlk1 ha altre opinioni in merito, le esponga pure.. così confrontiamo ;)

[SM=g27829]

Fuoco & Fiamme
30/03/2006 12:08
 
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La mia opinione
Caro Antonio,

ti sei posto delle domande più che legittime, ma non credo che c'entri qualcosa il doppio stipendio o doppio lavoro e nemmeno il fatto che l'uomo è più portato a vivere una vita da single, perchè spesso sono proprio gli uomini a cercare famiglia, mentre molte donne (e sono nettamente in aumento) tendono a rimanere single, propio per sfuggire ad una condizione quasi di schiavitù che una vita famigliare può donargli. Non è vero neppure che gli uomini hanno più carattere, è vero invece, che noi donne abbiamo dei problemi con la famiglia in quanto nessuna struttura sociale ci aiuta a portare avanti contemporaneamente lavoro e famiglia, dobbiamo sempre fare leva sulle nostre forze o su quelle dei nostri genitori-nonni.

Vedi Antonio, quando ci si trova ad affrontare questo argomento, molti sono portati a pensare che la natura abbia già definito il ruolo della donna sin dall'inizio: l'uomo forte e robusto procura il cibo con la caccia e la donna resta nella caverna a partorire ed allevare la prole. E da allora le cose si sono solo evolute, ma la donna non ha mai avuto la parità assoluta.
Niente di più sbagliato!!
Perché studi basati su scoperte archeologiche, paleontologiche, su miti antichi ci rivelano l'esistenza di civiltà fondate sull'uguaglianza tra uomo e donna, ma non solo, in alcuni casi, la donna godeva di una posizione privilegiata rispetto all'uomo. Dagli oggetti ritrovati in alcune tombe di civiltà neolitiche, si evince che questi popoli evoluti ed emancipati, non conoscevano guerre, né differenze sociali, né proprietà privata, perdurava così una forma di comunismo primitivo. Ad eliminare questa posizione di parità della donna rispetto all'uomo, sono stati altri popoli, altre civiltà che con guerre durissime, hanno cancellato per sempre questo privilegio, riportando la figura del maschio come quella predominante rispetto alla donna, segnando così la sconfitta della figura femminile nella società per secoli e secoli. Rispetto a questa realtà quindi, assistiamo ad una involuzione e non una evoluzione.

Il ruolo della donna nella società, dunque, è segnato da un antico retaggio culturale ricco di pregiudizi. Le religioni (quasi tutte) per esempio, vedono spesso la donna come un essere inferiore. Esaminiamo la "nostra" di religione ed in particolare il nono comandamento "non desiderare la donna d'altri", poi subito dopo il decimo comandamento "non desiderare la roba d'altri"; la donna è vista come un oggetto, come una proprietà: non desiderare l'asino di un'altro, non desiderare la casa di un altro ecc.. Una moglie o una fidanzata è di proprietà di un uomo. Il comandamento non dice anche "non desiderare l'uomo di altre" oppure "non desiderare una persona sentimentalmente già impegnata con un'altra persona" che sarebbe la rettifica giusta da fare, se vogliamo finalmente adeguarci ad una civiltà ormai abbastanza evoluta ed emancipata da voler considerare una donna una persona e non una cosa. Invece no, tutto rimane com'è, unica cosa "positiva" (lo dico per fare una battuta ...s'intende) è che se la donna desidera l'uomo di un altra, non fa peccato, questo semplicemente perché, nei comandamenti non è contemplato. Ma la realtà è un'altra ed è anche molto inquietante, perché la donna, secondo le religioni in genere e la cultura maschilista che ha predominato (e predomina più o meno ancora oggi ovunque), ha visto la donna come un essere che non può affatto desiderare, ma deve essere solo scelta e basta, la sessualità femminile infatti, è stata vista fino a poco tempo fa come tabù !
Tornando ai ruoli maschili e femminili e restando sempre nella sfera delle religioni, ed in particolare in quella "nostra", c'è da dire che ancora oggi la donna è preclusa da alcune funzioni religiose. Per esempio, non può celebrare la messa. Forse perché la donna è vista come un essere impuro, perché nel medioevo la donna in alcuni casi simboleggiava il peccato e il diavolo ... ed è stata messa spesso anche per questo al rogo, non lo so.
Penso che non avremo mai una donna Papa .... arriverà prima la fine del mondo ...  

Comunque, la donna nei secoli, ha dovuto lottare duramente per riacquistare una posizione sociale dignitosa. Ha dovuto lottare per il diritto allo studio, per il diritto al voto, per il diritto ad un lavoro decoroso, eccetera. Oggi noi donne, abbiamo raggiunto miglioramenti che forse fino alla metà del secolo scorso erano ancora inimmaginabili. Siamo presenti in tutti i settori: siamo libere professioniste, imprenditrici, dirigenti e spesso riusciamo molto meglio degli uomini in molti settori lavorativi e negli studi.
L'esclusione sociale nel mondo laico e certe distinzioni che ancora esistono nel mondo del lavoro (cose che vivo ogni giorno anche io sulla mia pelle col mio lavoro e quando ciò accade, mi chiedo automaticamente se questi signori, non abbiano anche loro figlie femmine pronte ad affrontare una serena vita professionale priva di ogni discriminazione), sono attribuibili esclusivamente ad un modo errato di pensare e non perché la legge ci vieta di esercitare una determinata attività. Facciamo tutto ormai, anche lavori più pesanti, sì, perché molte donne riescono a sopportare un lavoro molto duro anche più di un uomo. 
Se spesso abbiamo difficoltà a trovare lavoro, è anche perché molte ditte preferiscono assumere operai maschi per evitare questioni relative alla maternità. Questo problema nasce insieme alla rivoluzione industriale, da quando le donne iniziavano ad occupare i primi posti di lavoro nelle fabbriche. Molte donne infatti, proprio per la maternità vengono licenziate o sono costrette ad abbandonare per sempre un posto di lavoro. Ecco perché abbiamo bisogno di più strutture sociali che ci aiutano a conciliare senza stress lavoro e famiglia. Ed anche nella stessa famiglia sorgono problemi legati a ruoli considerati prettamente femminili e prettamente maschili. Così, in molte famiglie vediamo donne che tornano a casa dopo una durissima giornata di lavoro e devono ancora affrontare tutti i problemi legati alla casa ed alla famiglia, mentre l'uomo esce a farsi una passeggiata con gli amici invece di dare una mano. Anche in questo caso, è tutta colpa di una mentalità puramente malata e maschilista, basata sul classico modello di famiglia patriarcale, che preferisce vederci a casa a fare ed allevare figli, piuttosto che vivere una vita fatta di soddisfazioni, grazie ad un lavoro che ci gratifica moralmente e ci rende anche economicamente indipendenti.
La famiglia, rispecchia in qualche modo (nel suo piccolo), quello che oggi è la società e se la prima rivoluzione non avviene all'interno del nucleo famigliare, sarà difficile cambiare una mentalità che affonda da secoli le radici in una cultura discriminatoria nei nostri confronti.

PS: ho spostato questa Discussione nell'area culturale della Community, cioè nella bacheca "CulturlMente" perchè mi sembra il posto più indicato ...

31/03/2006 12:10
 
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nn s può generalizzare...
Ciao Marì,
alla maternità cm scusa x nn assumere donne c avevo già pensato e lo davo x scontato cm motivo. Nn che io sia completamente daccordo cn chi nn assume x maternità ma in molti settori dove c'è lavoro ke nn può essere tralasciato a cui magari proprio x maternità s può restare indietro s tende ad assumere uomini.. tu prendi uno studio cn 5 impiegati d cui 2 donne e metti ke entrambe x pura coincidenza siano incinte nello stesso periodo.. è difficile x 3 persone fare il lavoro d 5.. dovrebbero lavorare il doppio.. e ki glilo paga?? Un datore d lavoro prima d assumere pensa x prima cosa alla sua attività e portafogli ;) e anke se sembra un po' egoista, direi ke c può stare.. qndi cm vedi è un discorso un po' vario da nn generalizzare proprio xkè dipende da caso a caso..
Cm anke nn puoi generalizzare sul fatto ke l'uomo esce a farsi una camminata e la donna resta in casa a pulire...
Certo è vero ke alcune donne sono migliori degli uomini anzi, onore a ki lo è ;) ma è anke vero ke molte donne pensano solo ad uscire, girare x i negozi e mangiare fuori.. Ne conosco tante ke a kiakkiere pare sappiano fare tutto loro ma a fatti nn è così.. le vedi la sera tutte belle truccate cn vestiti scolati (il kè nn m spiace affatto :p) ke s mostrano e s vantano d nn sò cosa abbiamo fatto o siano capaci d fare.. INVECE qnd c'è da fare qlkosa la fanno peggio d uno ke nn l'ha mai fatta prima.. chiaramente il discorso varia da persona a persona ;)
Lo stesso vale x gli uomini ke tanto ke sn capaci d qlkosa e magari poi tengono la casa + indisordine di un dopo party...
Le donne sono spesso + "pignole" se così possiamo dire, + attente alle cose ripetto agli uomini ke invece pensano spesso e volentieri a provarci cn qlkue donna gli faccia un sorriso..
Tornando alla discussione principale direi ke voi donne nn siete considerate + d tanto x una questione di maschilismo (esiste stà parola?? boh.. ihihih) e x la maternità (ke davo x scontato senza averla indicata nella precedente risposta..)


Fuoco & Fiamme
01/04/2006 18:34
 
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Cerchiamo di non essere come ci vuole a tutti i costi questa società!
... con l'esempio dell'uomo che se ne va a spasso mentre la donna deve impegnare le sue ore libere per pensare alla casa e alla famiglia, non volevo affatto generalizzare. Era semplicemente un esempio, basato però, su una realtà ancora presente in certe famiglie ed era quasi la normalità nel menage familiare degli anni passati (pensa ai nostri nonni ed ai nostri genitori). Fortunatamente i giovani d'oggi stanno cambiando questo modello di vita familiare, un po' perchè la donna s'impone di più nel richiedere di essere aiutata, un po' perchè finalmente molti mariti e padri giovani, cominciano a capire che la donna ha diritto di vivere una vita meno stressante e più ricca di momenti liberi da dedicare a se stessa dopo otto ore di lavoro. Ma questo tipo di cambiamento sta avvenendo solo da pochi anni e purtroppo si evolve molto lentamente.

La stupidità invece, è molto democratica. In questo caso c'è la parità assoluta!
Ci sono tante donne stupide, come tanti sono anche gli uomini stupidi.
Se è vero come dici tu, che vi sono donne che pensano solo a truccarsi e vestire volgarmente per farsi notare e magari sbavano davanti a uomini ricchi (anche brutti e vecchi) solo per accalappiarli e farsi mantenere, è anche vero che dall'altra parte c'è l'uomo col chiodo fisso che pensa solo a quella cosa ed andare dietro questo tipo di donna per vantarsene pure.
Tu stesso hai detto che molti uomini pensano spesso e volentieri a provarci con qualunque gli faccia un sorriso.
Quindi, in materia di stupidità siamo pari!
Anche se ci sono donne che rivelano spesso un odio nei confronti di tutte le altre donne in generale, perchè le considera troppo stupide. Evidentemente, queste tipe, oltre ad essere presuntuose, sono state così ben plagiate dall'universo maschile, che non riescono neppure a vederne la stupidità.
Ci sono altri casi in cui, è la stesa donna ad essere discriminante nei confronti di un'altra persona dello stesso sesso. Un odio che in questi casi, potrebbe anche derivare dall'invidia. Invidia magari per un'altra donna che è riuscita ad emergere ed a realizzarsi, ed ecco allora che scatta la reazione opposta ad un normale sentimento di stima ed ammirazione. In certi ambienti lavorativi, succede che una donna disprezzi un'altra donna e preferisce avere un maschio come collega per evitare magari, delle rivalità. Ed ecco allora, che la donna torna a negarsi come essere appartenente all'altro sesso, perchè considera una rivalità tra donne, diversa da una rivalità tra donna e uomo.

Per quanto riguarda quelli che, come dici tu, parlano soltanto e sono incapaci di fare qualsiasi cosa, ti dico subito che, il fatto di non capire un tubo e vantarsi di essere qualcuno è un problema sia maschile che femminile, quindi siamo pari anche in questo caso....

Io penso che la donna abbia bisogno solo più di comprensione e di rispetto in questa società dove media, pubblicità e moda ci vogliono a tutti i costi sempre bionde, magre, sexy ed oche giulive. E' la società che ci vuole così e molte donne ci cascano.
Attenzione però, con questo non voglio dire che dobbiamo rinunciare alla nostra femminilità, anzi !! Penso che la donna debba sempre, ovunque ed in ogni caso conservare la propria femminilità (in qualsiasi ambiente) ma una femminilità naturale e non quella "femminilità" forzata e montata su misura che non fa altro che propinarci immagini femminili come veline, modelle, cubiste, ecc.
Una donna che rinnega la propria femminilità, non si accetta come donna e di conseguenza non accetta il mondo femminile. Una donna emancipata non è una donna che imita il maschio! Se una donna si comporta come un maschiaccio, non fa altro che riconfermare la sconfitta della donna in un mondo ancora troppo maschilista. Una donna deve essere se stessa e lasciare intatta la propria femminilità in qualsiasi circostanza.

Tu dici che noi donne siamo spesso più pignole e più attente alle cose rispetto agli uomini. Beh, questo non lo so, dipende se stiamo parlando di lavoro o altro, perchè io conosco uomini molto ... ma molto pignoli , fino a diventare quasi pesanti !!
Forse, noi sembriamo più pignole perchè teniamo un po' di più all'apparenza e questo è un fatto negativo però !!
La maggior parte delle donne esclamano: "oddio la casa è in disordine, chissà cosa pensano di me"; "oddio ho i capelli arricciati dalla nebbia sembro una strega"; "oddio mio marito ha la camicia stropicciata penseranno che io non l'abbia stirata"; "oddio le scarpe non sono in tinta con la borsa, sembro una cafona" e così via...
Mentre la maggior parte degli uomini (anche se non tutti) non badano molto a queste sciocchezze e questo è un fatto positivo, perchè non si rendono schiavi delle cose che li circondano. Io dico sempre che gli oggetti e gli ambienti devono essere nostri schiavi e non noi schiavi delle cose, come spesso avviene o come noi donne, spesso vogliamo che accada nel momento in cui ci lasciamo prendere da certi isterismi per un capello fuori posto. Ma se ciò accade, è sempre colpa di una società che preferisce
vederci più come casalinghe frenetiche pronte in ogni momento a strofinare pavimenti, pulire bagni, stirare vestiti, cambiare pannolini ed alla fine farci belle davanti allo specchio per piacere più agli altri che a noi stesse. Una società questa, che vorrebbe ridurci come dei robot instancabili, a fine giornata sempre sorridenti e disponibili anche con la schiena spezzata in due per il lavoro. [SM=g27825] [SM=g27813] [SM=g27829]

Approfitto della presente discussione per segnalarti questo articolo» che trovo interessante!

Ciao Antò, buona lettura e alla prox!!

08/05/2006 17:10
 
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PARI OPPORTUNITA': BIANCHI, 40 MLD PER CONCILIARE LAVORO E FAMIGLIA

(ASCA) - L'Aquila, 8 mag - Sara' attiva una cabina di regia per conciliare i tempi delle donne e della famiglia con il lavoro. Lo ha annunciato l'assessore alle Pari opportunita', Valentina Bianchi, nel corso di un seminario che ha avuto per tema la legge nazionale che, tra l'altro, sostiene le aziende che intendano introdurre la flessibilita' nell'orario. La cabina di regia, che nasce con due obiettivi primari, il coordinamento tra gli enti e la diffusione della cultura della conciliazione, sara' composta da Abruzzo lavoro, dagli assessorati alle Attivita' produttive, al Sociale, ai Trasporti e alla Formazione nonche' dagli enti locali.
"Ci attrezziamo per creare una vera cultura delle pari opportunita' e per dare vigore ad una economia che abbia il senso del rispetto della persona, della diversita' di genere e della qualita' della vita. Inoltre - ha aggiunto Bianchi - dobbiamo favorire il ricorso ai benefici dell'art. 9 della legge nazionale 53/2000. La cabina di regia - ha concluso - avra' anche il compito di sensibilizzare i consulenti di azienda per spronare le imprese a far ricorso a queste misure". Se Regione Abruzzo ha realizzato il progetto conciliazione nell'ambito dei fondi Por Abruzzo 2000-2006, Multimisura A1/E1, la legge nazionale ha stanziato 40 miliardi di euro in favore di chi applichi accordi contrattuali per le azioni positive in tema di flessibilita'; il 50 per cento destinato alle aziende fino a 50 dipendenti.

09/05/2006 14:57
 
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Mamme e deputate
Donatella Poretti scrive al Presidente, al Segretario Generale e ai Questori della Camera dei Deputati 

“mamme e deputate? Chiedo uno spazio per allattare la mia bimba Alice, problema da risolvere con urgenza per tutte, non solo per noi due”. 

Roma, 9 maggio 2006

Lettera al Presidente, ai Questori e al Segretario Generale della Camera dei Deputati

Onorevole Presidente, onorevoli Questori, Signor Segretario Generale,
vi scrivo per portare alla vostra attenzione un problema che mi vede coinvolta in prima persona in quanto mamma di una bambina di neppure due mesi e contemporaneamente parlamentare neoeletta.
Mi trovo nella necessità di allattare ogni 2/3 ore mia figlia Alice in un ambiente vicino all’aula di Montecitorio quando sono previste sedute, come in questi giorni durante i lavori per l’elezione del Presidente della Repubblica. Situazione ad oggi risolta solo grazie alla gentile ospitalità dell’infermeria della Camera dei deputati.
Non chiedo un trattamento privilegiato, si tratta di trovare al più presto una soluzione per noi due e per tutte le donne che decidono di essere madri e allo stesso tempo decidono di svolgere al meglio il proprio impegno istituzionale. Sarebbe un segnale di grande importanza perché arriverebbe direttamente dal Parlamento e sarebbe perciò di esempio anche per le altre istituzioni e la società più in generale. 
Nella pratica si tratterebbe di trovare una stanza idonea ad ospitare una mamma con una bambina, avendo a disposizione il minimo indispensabile per poterla allattare, cambiare e farla riposare, ciò nell’auspicio che altre donne in questa, come in altre Legislature, possano essere parlamentari e mamme contemporaneamente, senza essere costrette a scegliere a cosa rinunciare. 
In attesa di un gentile riscontro, porgo i miei più cordiali saluti,

Donatella Poretti Deputata della Rosa nel Pugno

Fonte: www.radicali.it del 09-05-2006

24/06/2006 00:52
 
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In Italia la maternità è percepita come un fatto privato


"Ad esempio - dice la Consigliera Tomassi - l’esclusione delle donne da progetti importanti; la richiesta, quasi velata, dei datori di lavoro che invitano a posticipare la scelta di maternità; comportamenti a vario titolo scorretti di questi ultimi, che arrivano a fare firmare dimissioni in bianco"

di Velo Solex


Nel 2005, in Italia, una donna su dieci è uscita dal mondo del lavoro a causa della maternità. E’ uno dei dati più critici che emergono da "Maternità, lavoro, discriminazione" (Rubettino editore, 2006), studio realizzato su incarico dell’Ufficio nazionale della Consigliera di Parità dall’ISFOL, l'Istituto per lo sviluppo della formazionale dei lavoratori.
Dice la Consigliera di Parità della Provincia di Chieti Giovina Tomassi: "E' la conferma di una situazione di svantaggio per le donne dovuta alla difficoltà di gestione della vita lavorativa e familiare. I dati presenti nella pubblicazione sono in linea con le riflessioni espresse più volte sulla situazione occupazionale delle donne nel territorio Chetino. Sono più che mai necessari strumenti di conciliazione attraverso politiche attive atte a garantire sicurezze e opportunità".

Lo studio dell'Isfol, condotto su un campione rappresentativo per area geografica di 25.000 donne di età compresa tra i 15 e 64 anni, analizza la partecipazione femminile e le transizioni nel mercato del lavoro rispetto al tema della maternità. Chiaramente emerge infatti che la maternità è dunque ancora la causa principale dell’abbandono del lavoro da parte delle donne. In particolare questi di dati resi noti dalla consigliera Tomassi: il 13,5% delle lavoratrici esce dal mercato del lavoro, momentaneamente o definitivamente, dopo la nascita di un figlio. Per le donne che continuano a lavorare dopo la maternità, fondamentale nell'aiuto la rete parentale garantita dai nonni (55,5%), seguita dai servizi del nido pubblico (17,7%) e da quello privato (11,4%). Solo il 9% dichiara di avvalersi talvolta di baby sitter. L’aiuto del partner è percepito dalle donne come occasionale (41%), ciò significa che la condivisione dei compiti all’interno della coppia ancora non è tale da favorire la permanenza delle donne sul mercato del lavoro. Il part time rappresenta uno strumento di conciliazione tipicamente femminile, per circa il 70% delle donne una scelta volontaria e definitiva. Illuminante inoltre il dato sul part time potenziale: gli uomini lo chiederebbero in futuro “per fare un altro lavoro”, le donne per “prendersi cura dei figli”.

Continua la Consigliera: "Nonostante siano in aumento la fruizione di congedi parentali da parte degli uomini e il part time maschile, il tempo libero delle donne (2h 34’), a parità di condizione familiare ed età, è sempre inferiore a quello di cui dispongono gli uomini (3h15’) per i quali le attività di cura e gestione domestica occupano una quota residuale. Solo l’11% dei padri si occupa in modo sostanziale dei propri figli in età prescolare e coloro i quali lo fanno appartengono a categorie professionali, quali impiegati ed insegnanti. Un discorso merita il Mezzogiorno, dove gli attori chiave denunciano come il sommerso rappresenti la principale forma di rientro dopo la maternità, per motivi economici e fiscali. Non si tratta più del “secondo lavoro in nero”. E’ una vera e propria occupazione full time non legale".
Ma lo studio rivela anche vere e proprie forme di mobbing. "Ad esempio - dice ancora la Consigliera Tomassi - l’esclusione delle donne da progetti importanti; la richiesta, quasi velata, dei datori di lavoro che invitano a posticipare la scelta di maternità; comportamenti a vario titolo scorretti di questi ultimi, che arrivano a fare firmare dimissioni in bianco".
Insomma, in Italia la maternità è percepita come un fatto privato cui non viene riconosciuto, al di là delle enunciazioni di principio, un valore sociale.

Fonte: www.ilpiccolodabruzzo.it del 19-06-2006

04/07/2006 16:37
 
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si si..hai ragione! non fa una piega!
Hai ragiona Cavaliere del Drago....
facciamo firmare alle donne che vengono assunte un bella promessa di licenziamento nel caso le due commesse rimanessero incinte contemporaneamente. Non e' giusto che gli altri tre per un periodo di SOLI 3 MESI si rimbocchino un po' le maniche e facciano il lavoro di 5..... [SM=g27811]
06/07/2006 00:11
 
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E quando una donna è datore di lavoro di se stessa?
Si parla sempre di donne operaie, commesse o impiegate ... ma chi lavora per una donna professionista senza dipendenti durante il periodo di maternità? [SM=g27829] [SM=g27813]

06/07/2006 16:51
 
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la mia piccola esperienza
[SM=g27822] Niente Maria Carme'.... ci si scandalizza che magari assuma una tata che l'aiuti in casa con il figlio mentre pensa a lavorare con il telelavoro......

Vedi, come ho accennato alcune volte, io lavoro per una multinazionale con dei diritti e delle pari opportunita' che neanche immaginate...ma quando si deve "quagliare" io so dall'inizio che, se devo andare all'estero per lavoro e contemporaneamente si ammala mio figlio, io rinuncio e rimango a casa. Un mio collega maschio, avendo la moglie in casa, parte comunque! Il punto e' che IO lo faccio per scelta e non per cultura...tante si sentirebbero piene di sensi di colpa se andassero all'estero per lavoro con un figlio malato oppure verrebbero giudicate.
Ce ne vuole, ce ne vuole e sai una cosa? Quando sento i discorsi dei ragazzini mi accorgo che non esiste in Italia un paesino o grande citta' dove le scuole di pensiero siano diverse.....e' sconfortante, ed io continuo per la mia strada..... [SM=g27822] poi mio figlio decidera' cosa vuole vedere ed essere nella vita, io non posso seguire gli schemi della convenzione per fargli sentire che lui e' uno come tutti gli altri....
14/08/2006 15:47
 
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Donne e Chiesa
Il Papa alle donne: «Le donne sapranno farsi il loro spazio» nella Chiesa cattolica afferma il Papa, ribadendo però che non è possibile conferire loro l’ordinazione sacerdotale, e sottolineando che, a livello di Curia, in base al diritto canonico «il potere di prendere decisioni giuridicamente vincolanti è legato all’Ordine sacro» ed è dunque sottratto alle donne. «Ma non bisogna neppure pensare che nella Chiesa l’unica possibilità di avere un qualche ruolo di rilievo sia di essere sacerdote», prosegue Papa Ratzinger, citando casi del passato come Ildegarda di Bingen, Caterina da Siena e Brigida di Svezia.

Fonte:www.corriere.it del 13-08-2006

Chi sarà la suora del terzo millennio, controcorrente e anticonformista, che avrà il coraggio di lottare per il diritto all’ordinazione sacerdotale? [SM=g27829]

15/09/2006 10:01
 
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La piccola "Schumi" che viene da Teheran



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Ecco una donna che sa il fatto suo!! E non ha certo l'aria di un maschiaccio!! [SM=g27817]

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