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Lettera ad un primario dell’Ospedale di Casoli

Ultimo Aggiornamento: 15/11/2008 22:46
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14/07/2008 23:17
 
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Lettera inviata dal sottoscritto Domenico Comegna ad un primario dell’Ospedale di Casoli in data 14-07-2008:

"Egregio Dottore,
con la presente mi permetto ancora una volta di chiedere qualche minuto della sua attenzione.

Innanzitutto voglio subito dirLe che se il mio operato successivo alla morte della mia congiunta Le può essere sembrato una mia persecuzione nei suoi confronti, non era assolutamente questa la mia intenzione.

Se Lei dedica un po' di tempo a rileggere tutti i miei esposti e denunce si potrà ben rendere conto che il mio fine era solo quello di fare chiarezza su di un caso nel quale sono palesemente ravvisabili una serie di NEGLIGENZE E LEGGEREZZE DA PARTE DEL PERSONALE SANITARIO.

Mia zia è morta, l'elaborazione del lutto è solo una questione mia privata, ma non è una questione mia privata anzi un mio DOVERE CIVICO richiamare l'attenzione sulle condizioni in cui versano tante persone anziane ahimé prive di santi in paradiso.

Badi Dottore non La sto accusando di niente, semmai punto il dito contro l'intero SISTEMA SANITARIO (IL CASO HA VOLUTO CHE PROPRIO OGGI LUNEDI' 14 LUGLIO 2008 LA SANITA' ABRUZZESE E' FINITA NELLA BUFERA A CAUSA DEGLI ARRESTI ECCELLENTI DI CUI HANNO DATO NOTIZIA TUTTI I NOTIZIARI RADIOTELEVISIVI NAZIONALI, “LA RIVOLUIZIONE ABRUZZESE”) che non tiene conto della dignità dell'uomo ma spesso solo del suo censo.

Tornando al caso specifico della mia congiunta mi permetto solo di farLe notare una evidente discrepanza fra quanto da Lei dichiarato nel REFERTO della visita cardiologica da esterna rilasciato in data 11 agosto 2006 e quando invece da Lei dichiarato in data 11 ottobre 2006 agli agenti di P.G. della Procura della Repubblica di Lanciano.

Egregio Dottore non crede anche Lei che sia mio diritto capire il motivo di questo suo desiderio di alterare la verità dei fatti?

Io non metto in dubbio La sua competenza professionale ed è probabile che Lei la mattina dell'11 agosto 2006 non abbia ritenuto la mia congiunta di una gravità tale da giustificare un ricovero, così come, sicuramente, la terapia domiciliare da Lei prescritta era la migliore in base alle condizioni di mia zia.

Come, d'altra parte, risulta dal referto, Lei aveva chiesto di rivedere la paziente ad un mese esatto di distanza (11 settembre 2006) "COME CONSUETUDINE".

PERCHE' ALLORA FARE DICHIARAZIONI NON VERITIERE IN SEDE DI INDAGINI?

Per tutto quello che concerne i fatti relativi alla degenza in ospedale della mia congiunta, Lei effettivamente dal 24 agosto 2006, giorno prima della sua assenza per le ferie, non ne è responsabile e ne è a conoscenza solo per via indiretta; la critica che io Le posso rivolgere è che quando ha effettuato, prima di andare in ferie, in data 24 agosto 2006 la prima ed ultima visita alla paziente ricoverata non ha sollecitato l’effettuazione dell’ECOCARDIOGRAMMA che era stato già richiesto in data 18 agosto 2006 e che MAI è stato effettuato.

Mi lascia inoltre ancora oggi molto perplesso la Sua annotazione sulla CARTELLA CLINICA in data 24 agosto 2006: “CONDIZIONI STABILI. MIGLIORATA”.

Egregio Dottore mi piacerebbe molto che mi argomentasse sulla base di quali dati Lei ha espresso una tale affermazione.

Mi creda, da parte mia c’è solo un legittimo desiderio di capire, e soprattutto CAPIRE se quanto è stato fatto per salvaguardare la salute e la vita della mia congiunta era veramente tutto quello che le condizioni oggettive permettevano o se vi sono state delle PALESI OMISSIONI E NEGLIGENZE da parte del personale SANITARIO.
"

Domenico Comegna
15/11/2008 22:46
 
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