Chi me lo fa fare ? (racconto)

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+Brando+
00martedì 5 aprile 2005 11:16
CHI ME LO FA FARE?
E' notte fonda, mi aggiro per la casa tranquilla e addormentata. Ho la testa come un vulcano. Eccola l'ispirazione! Ho voglia di scrivere, di comporre sulla pagina bianca quanto mi attraversa la mente e il cuore. Sono certo che nascerà un buon racconto o quantomeno un utile sfogo e l'inconscio sarà per un poco appagato, tranquillizzato.
Ma chi me lo fa fare? Perché non torno nel letto caldo dove, fra un pensiero e un ricordo, potrò risprofondare nel sonno benefico? Perché rabbrividire nell'umidore della notte? Perché riempire i polmoni del malefico fumo delle sigarette che mi sono necessarie per scrivere? In fondo a cosa serve comporre narrativa di qualità quando pochi la leggono e pochissimi la comprano? Non è meglio scrivere di giorno quando solo il lucido mestiere mi fa produrre saggi e racconti più commerciali, quelli, e sono i soli, che sempre danno il guadagno e qualche volta financo la ricchezza e la grande notorietà? L'inconscio? Ma lo posso chetare a letto rigirandomi fra le coltri morbide a pensare, a dialogare fra me e me senza l'impegno dello scrivere.
Chi me lo fa fare di distruggermi la salute? Di rimanere intontito e sonnacchioso per l'intera giornata che segue quelle notti di scrittura? Già troppe, tante ne ho trascorse così, e con quale risultato? Un incipiente enfisema e un cuore affaticato? Ne è valsa la pena?
Suvvia, in fondo qualche critico si è accorto di me anche prima che lo scrivere di giorno ed il mestiere subentrassero, e qualche valido collega mi ha stimato e lo ha fatto sapere, e qualche apprezzato editore, pur rimettendoci denaro, mi ha pubblicato. Ma quanti mi leggevano allora, e quanti sono oggi che l'editoria di consumo si è impadronita di me? Chi me lo fa fare quando ora, con l'artificioso scrivere di giorno, le recensioni (sia pur meno sincere) e le segnalazioni si susseguono a ritmo intenso sui grandi fogli, sui seguitissimi mass-media perché facenti parte della spirale produttiva di denaro-successo? No, non ne vale la pena consumarsi nel "tormento" narrativo che, come ogni cosa di qualità, viene relegato in ghetti, perché pericoloso, perché fa pensare, perché scopre le finzioni e i meccanismi perversi della scoppiettante società di oggi dove tutto deve essere funzionale e finalizzato per risultati rapidi e sicuri.
Sì, me ne torno a letto. Mi avesse sempre guidato il "chi me lo fa fare". Tanta fatica in meno e quanta possibilità di vivere in più. Ma è proprio vero? E le esaltanti ore del comporre libero, e le sensazioni dolorose e illuminanti che ravvivano ricordi sopiti, scomparsi e non quelli tenuti saggiamente nell'area di parcheggio dei pensieri, da dove, ubbidienti schiavi, son richiamati a volte per brevi controllati gratificanti voli. Questi, invece, svolazzano come uccelli solitari attraverso nuvole dense formando stormi, lasciando traccia. Non abitanti docili e tranquilli, ma vorticanti nello spazio immenso del cervello tanto largo quanto è stretto il mondo, e lì si urtano duramente in modo lancinante, non più vestiti di bianco come fanciulli alla prima comunione, ma negri spettri perché nessuno di essi è contento di sé, ed una volta espresso è una bugia e non è più rivoltabile come un saggio o uno studio, per servirsene parecchie volte. Sono loro che comandano, ti prendono la mano, sono indomabili ed infinitamente belli nell'orrido dei rimorsi della verità di una vita intensamente vissuta. Non si può barare, pena la banalità il falso il costruito su misura. Narrare costa fatica, sangue, quanto e più di un percorso nelle scure tortuose anse di un fetido labirinto, e la vivida luce, il raggio caldo del grande astro che ogni tanto con meraviglia ti raggiunge, non ti compenserà mai a sufficienza. La molteplice faccia dei fatti ti attrae e ti respinge, e, infine, ti lascia stordito ammutolito quando pensi di averne toccata l'essenza, il mistero. Ma il vasto pubblico non lo comprende più, tutto preso dell'effetto gregge imposto dall'attuale società dell'apparenza che dell'individuo, anche dell'artista, tende a valorizzare stereotipe immagini e non la sostanza. Eppure, a ripensarci, ancor oggi all'artista della notte, a differenza di quello artificioso e consumistico del giorno cui s'offrono la miriade di fatue fan capaci di sfornare a ritmo continuo deboli passioni, capita d'essere amato per le sue opere, per la sua cultura, per la sua arte. Allora il vero compenso, il più bello del mondo, lo appaga e non conta più il suo fisico, i suoi abiti e il suo denaro. Qualche rara stupenda vera donna, che riesce ancora a comprendere il fascino della mente e della creatività diviene sua e in modo completo, dimentica del risonante e solo all'apparenza fulgido consumismo. A me è capitato e mi è sembrato di rivivere le stupende storie d'amore che hanno accompagnato e illuminato le tormentate vivide esistenze dei tanti artisti della notte del passato. E' proprio vero? Sì, certo, ma solo per i primi tempi, perché quelle donne, sia pur stupende, son sempre il prodotto dei nostri tempi e della nostra società, e son possessive e ti vogliono tutto per loro e, pur ammirando il tuo lavoro, il prodotto della notte, ne son gelose e ti costringono prima o poi ad una scelta.
Chi me lo fa fare? Torno nel letto caldo, alla vita ordinata, al facile denaro dello scriver di giorno e alla salute, che se proprio deve essere intaccata, lo sia per più realistiche e immediatamente godibili prestazioni.


venere
00venerdì 8 aprile 2005 20:23
ma infatti chi te lo fa fare?
e dai brando, non ci annoiare con queste pippe da artista frustrato post-bukowskiano! ma chi te lo fa fare davvero... non confondere la frustrazione con la mancanza di inventiva - o di reale talento, di estro-
che poi in fondo sei pure bravino, ma ti prego: non mi vivisezionare le parole solo per il gusto di farlo. Se scrivo dis-gusto, voglio sottolineare il fatto che il gusto non c'è, può essere considerata una caratteristica del mio stile di scrittura. Ma se scrivo disgus-to, non significa un *****, anzi francamente disturba e annoia...marinetti e i futuristi 'ste******* le hanno fatte 1 secolo fa, per altro i beat ci hanno ri-lavorato su.
Non ti offendere,
simpaticamente, buon lavoro.

PS: Una curiosità: ma che t'hanno fatto quei poveracci che hanno solo il mese di agosto per andarsene in vacanza?
+Brando+
00venerdì 8 aprile 2005 22:41
Appunto, chi me lo fare!!!!
Senza alcun ulteriuore commento!!
M0RFEO
00domenica 10 aprile 2005 13:08
<< e dai brando, non ci annoiare con queste pippe da artista frustrato post-bukowskiano! >>

Venere, se brando ti annoia, che lo leggi a fare?
Ho letto i racconti e ti assicuro che oltre a non annoiarmi non ho trovato neppure una sola parola vivisezionata, se non il semplice trattino alla fine di ogni rigo per tornare daccapo. Tu che osi giudicare così gli altri (perfino i futuristi) e che ami esprimerti con paroline in gergo invece di usare l'italiano, hai mai provato a passare allo scanner un testo da un libro con l'OCR ?? Fallo e poi torna qui a chiedere scusa.



venere
00martedì 12 aprile 2005 14:17
errata corrige
Caro morfeo, se l mio è suonato come un giudizo pardon, voleva essere piuttosto un commento, che in quanto lettrice, mi spetta.Mi sono imbattuta nei racconti di Brando e per curiosità li ho letti -non sto a dedicare il mio tempo a chiunque- dato che il ragazzo mi sembra in gamba, ma si perde in cazzeggi ho preferito farglielo notare. Le persone intelligenti con i commenti e consigli del prossimo possono proseguire per la propria strada cn più consapevolezza o deviare per altre vie :)

Poi, 1 non ho uno scanner e non so di che parli (ma cos'è una gara di competenze questa?) 2, ho senso critico, per cui si, critico pure i futuristi, (cos'è quest' accademico senso di riverenza?!) 3, scrivo in gergo o in italiano standard a mia personalissima discrezione, perchè conosco la lingua e la uso come voglio (embè?)4, non devo chiedere scusa a nessuno.

Per Brando: non credo ti sia offeso, però non ti avvilire!!! Ti auguro una promettente carriera di scrittore o di libero pensatore sui blog degli interregni mediatici,
cordialmente,
Venere :)
Maria Carmela
00mercoledì 13 aprile 2005 01:34
L'aspirante scrittore
Cara venere,

il ragazzo bravino e in gamba che ti annoia con le "pippe" (pippe???) da artista frustrato post-bukowskiano che hai letto per pura curiosità e che ha appena ricevuto il tuo augurio per una futura brillante carriera di scrittore ..... ha scritto il suo primo libro nel 1979, da allora ha sfornato molti altri testi di successo a livello nazionale ed in particolare uno molto famoso ... ristampato in tre edizioni!

Ha ricevuto centinaia di corpose recensioni sui maggiori quotidiani e periodici; università italiane, canadesi e americane acquistando un suo libro ne fanno oggetto di dibattiti e studi. RaiUno ed altre TV, lo hanno invitato per alcuni dibattiti sugli scrittori. Un suo libro è stato oggetto di tesi all'università.

Parallelamente all'attività di scrittore, ha svolto quella di pubblicista nelle pagine culturali di una ventina di quotidiani e di una diecina di periodici. I suoi articoli sono nelle emeroteche e i suoi libri presso le Biblioteche Nazionali delle principali città.

E' di prossima uscita, edito da Laterza e curato dall'ENAP,il volume "L'ALBO DEGLI SCRITTORI" (che sarà in tutte le Università, licei, e Biblioteche Nazionali) dove è inserito, unitamente ad uno scelto e limitato numero di colleghi, con un pezzo significativo delle sue qualità narrative.

Ciao ! [SM=g27817]
+Brando+
00mercoledì 13 aprile 2005 10:54
Ma una "VENERE" può dire ciò che vuole!
Ringrazio per le appassionate difese, ma io sono grato a Venere per avermi dato del "ragazzo" e poi, in fondo, una "VENERE" può dire ciò che vuole, o no?
venere
00mercoledì 13 aprile 2005 16:56
Wow!
Ringrazio il web master per le informazioni...la rete trae in inganno...però forse l'anonimato aiuta a vedere le cose con una certa inedita obiettività. A questo punto mi fa piacere di non aver distrutto le speranze di brando, che come si suol dire "è già arrivato"...il timore reverenziale si appropinqua in me... non mi permetterò mai più di commentare le creature di uno scrittore maturo, ma cercherò di capire chi sia Brando per leggerne avidamente gli scritti.

P.S. "Pippe" è un termine gergale ultilizzato prevalentemente da soggetti tra i 15 ed i 40 anni residenti in centro Italia. Vale per "seghe mentali" e "paranoie", ovvero spesso e volentieri "pensieri vani e ossessivi".

Per Brando: si, la rete trae in inganno, ma non preoccuparti, sono una vera Venere con i fiocchi! ;)

ah, se puoi, non fumare troppo! (preciso che è un consiglietto spassionato; sai, non vorrei essere tacciata di insolenza nei riguardi di un intellettuale). : [SM=g27838]
+Brando+
00mercoledì 13 aprile 2005 17:26
Venere, facciamo un patto?
Venere fra l'altro scrive:
"Per Brando: si, la rete trae in inganno, ma non preoccuparti, sono una vera Venere con i fiocchi! ;)"
Rispondo:
Perbacco! Quasi quasi ti propongo un patto: io ti indico un mio sito dove puoi leggere gratuitamente molta della mia produzione, e tu vi inserisci qualche tua vera immagine. La bellezza non guasta mai!
Fammi sapere se accetti.
Ciao
venere
00sabato 16 aprile 2005 00:07
perplessità...
"Qualche" immagine? Ma non si dice che un'immagine vale più di mille parole?!
E io che faccio, non ti vedo? Non ti sei definito un Apollo, però smascherarmi da sola...
Non so se mi va di rischiare la faccia, ma la mia vanità potrebbe incastrarmi...
Ti basta la foto di un occhio? Si potrebbe fare qualcosa tipo...una poesia per un occhio, un racconto per due, e via di seguito fino a tutto il viso :)
[SM=g27821]
+Brando+
00sabato 16 aprile 2005 07:10
Eh, no, non mi conviene!
Un occhio, due occhi, il naso, tutto il viso!
Eh, no, cara ragazza, non mi conviene e non si è Venere per il solo viso!
Eppoi è pur vero che un'immagine vale mille parole, ma immettendoti nel mio sito, di parole potresti leggerne centinaia di migliaia.
No, decisamente non mi conviene!
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