In arrivo le docce a targhe alterne

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atlahua
00lunedì 7 maggio 2007 19:01
Varate le misure antisiccità

Può morire di sete un Paese che fa acqua da tutte le parti? D’accordo riparare il buco nell’ozono, ma nel frattempo non si potrebbe riparare qualche buco nell’acquedotto? Riuscirà ad alzare di un metro il livello dei fiumi un governo che non riesce ad alzare di un millimetro il livello dei programmi Rai? In cerca di risposte, andiamo a spulciare punto per punto le misure d’emergenza studiate dall’esecutivo per affrontare la grande sete.

“DOMANI NEVICA”. In attesa che il presidente della Cei si renda utile rispolverando qualche rituale propiziatorio per le piogge (com’è noto, piove sempre sul Bagnasco), il governo si affiderà alla vecchia credenza popolare secondo cui fare cose insolite e contro ogni aspettativa determina precipitazioni fuori stagione. Inizieranno i rappresentanti dell’esecutivo: Romano Prodi pronuncerà un’intera frase in modo intelligibile, D’Alema tasterà il culo a una segretaria della Farnesina, Clemente Mastella si occuperà dei problemi della giustizia...

ACQUA POTABILE. Potrebbe essere necessario il razionamento dell’acqua potabile, che verrebbe erogata solo per qualche ora alla settimana. In Sicilia, dov’è così da sempre, verranno abolite anche le poche ore settimanali d’acqua, se no la gente non nota la differenza fra un’estate siccitosa e una normale. Oltre che ai controlli anti-alcool, gli automobilisti potranno essere sottoposti a test per verificare quanta acqua hanno ingerito prima di mettersi al volante. In caso di eccesso idrico, il conducente sarà obbligato a restituire il surplus sudando in un’apposita sauna portatile fornita dalla Polstrada. Durante i mesi estivi sarà consentito pisciare solo in prossimità degli incendi boschivi.

IGIENE PERSONALE. Imminente l’introduzione delle targhe alterne per dimezzare il consumo idrico domestico: nei giorni pari o dispari la doccia sarà consentita ai possessori di auto con targa corrispondente. Per facilitare gli accertamenti dei vigili urbani, si dovrà andare sotto la doccia a bordo dell’auto (favoriti i possessori di veicoli munita con tettuccio apribile). Nei giorni proibiti ci si potrà lavare solo a secco, sfregandosi con pezzuole o strumenti alternativi (sul sito del ministero dell’Ambiente è scaricabile un minicorso di auto-detersione linguale, tenuto dal gatto di Fulco Pratesi).

BUCATO. Il lavaggio in lavatrice consuma elettricità, ma quello a mano impiega più acqua. Soluzione, lavare le mutande una volta al mese, quando i detriti biologici avranno formato una spessa crosta che potrà essere agevolmente staccata a secco. Per risolvere alla radice il problema, verrà incentivato a tutti i livelli il nudismo, almeno nei mesi estivi (e ben presto estensibile anche nei mesi invernali, grazie al riscaldamento globale.)

AGRICOLTURA. Multe per i contadini che andranno a piangere dal governo sulla crisi del settore, invece che piangere sulle loro zolle aride riciclando utilmente le secrezioni lacrimali. Sarà incoraggiato il riciclaggio: con l’acqua di cottura di una pastasciutta si può irrigare un ettaro di terra, basta un po’ di pazienza e un contagocce. L’importante è eliminare gli sprechi: mai innaffiare una pianta se prima non ha chiesto educatamente “posso avere un po’ d’acqua per piacere?”.

PISCINE. Verranno mantenuti solo gli impianti pubblici multi-tasking, cioè le piscine che oltre ad ospitare attività ludico-sportive fungeranno simultaneamente anche da lavatoio pubblico, abbeveratoio, risaia, allevamento di trote, vasca elettrolitica, fonte battesimale e autolavaggio. Sulle piscine private, immancabile accessorio delle ville dei ricchi, la maggioranza è divisa: i Verdi vorrebbero adibirle a stagni di ripopolamento per il rospo cornuto mediterraneo e altre specie lacustri in via d’estinzione, i moderati ne permetterebbero l’uso solo a patto di venire invitati tutti i weekend, la sinistra radicale le lascerebbe così come sono, e si limiterebbe a confiscare la villa.

Dal Blog di Lia Celi www.liaceli.com
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