00 09/10/2006 18:23
Finale di Partita
ROMA SABATO 14 OTTOBRE 2006
ALLE ORE 14:30

IL WWF E L'ABRUZZO SOCIAL FORUM INVITANO A PARTECIPARE A DUE IMPORTANTI EVENTI:

L'AQUILA MERCOLEDI' 11 OTTOBRE 2006
ALLE ORE 15:30
Palazzo dell'Emiciclo
CONSIGLIO REGIONALE STRAORDINARIO SULL'ACQUA
Sit-in per una gestione pubblica, trasparente, sostenibile e democratica di questo bene comune.
Per informazioni: 3683188739
Leggi qui sotto il comunicato stampa di oggi del WWF e del Forum Acqua

ROMA SABATO 14 OTTOBRE 2006
ALLE ORE 14:30
Fori Imperiali
MANIFESTAZIONE CONTRO LA LEGGE OBIETTIVO (TERZO TRAFORO, VENDITA DELL'ACQUA ALLA PUGLIA, TAV ECC.ECC.)
Anche se abbiamo vinto contro queste opere rimane in piedi la legge che ne permette la realizzazione. Aboliamola per stare sicuri nei prossimi anni.
Pullman da Pescara, Giulianova, Teramo e L'Aquila al costo di 10 Euro a persona. Prenotazioni entro mercoledì 11 ai numeri 3403701978, 3280593073. In base alle prenotazioni si deciderà se confermare il pullman, altrimenti ci si organizzerà in auto.
Leggi qui sotto il documento del comitato organizzatore

COMUNICATO STAMPA DEL 5 OTTOBRE 2006

Riorganizzazione della gestione dell'acqua in Abruzzo.

WWF e Forum Acqua: 4 Ambiti (ATO) disegnati sui principali bacini idrografici della Regione. No all’authority, sì ad un’unica società di gestione regionale pubblica e partecipata dai cittadini.

Il WWF e il Forum Acqua dell’Abruzzo Social Forum intervengono con una proposta nel dibattito sulla riorganizzazione della gestione dell’acqua in Abruzzo.

Secondo le due organizzazioni quasi tutti gli interventi che si sono susseguiti in queste settimane sul numero di Ambiti Territoriali Ottimali di Gestione (ATO), numero di società di gestione coinvolte, eventuale authority hanno mancato di basare le proprie proposte su dati oggettivi e, soprattutto, non hanno fatto un’analisi delle criticità del sistema. L’unico punto su cui tutti sono d’accordo è la cura dimagrante da accordare al cosiddetto “partito dell’acqua”: purtroppo la credibilità di queste proposte è minata alla base dal fatto che esse derivano in larga parte da chi ha creato questo partito. All’interno di tutti i consigli di amministrazione delle società e degli ATO ritroviamo rappresentanti degli stessi soggetti che si dolgono dello stato disastroso della gestione dell’acqua in Abruzzo. Cambiare tutto affinché nulla cambi?

WWF e Forum Acqua vogliono ribaltare questo approccio, avanzando una proposta basata su un’analisi ambientale e territoriale e su un’attenta valutazione delle principali criticità nel governo dell’acqua nella Regione.

Numero di Ambiti Territoriali Ottimali (ATO). Gli ATO servono per la programmazione e il controllo della gestione. Sono uno strumento fondamentale per individuare e vagliare i bisogni del territorio, sia dei cittadini che dell’ambiente. Qualcuno ha proposto un ATO unico regionale. Si può immaginare il sindaco di Controguerra discutere con quello di Schiavi d’Abruzzo per la gestione dell’acqua nei rispettivi territori? Non è facile prevedere che nella confusione generale che ne deriverebbe sarebbero i soliti poteri forti ad indirizzare la scelta degli obiettivi e delle priorità? Poiché l’unità geografica fondamentale rispetto all’acqua è il bacino idrografico, servono 4 ATO disegnati sui principali bacini idrografici della Regione: Aterno-Pescara, Vomano, Sangro e Liri. A rigor di “logica ambientale” quest’ultimo potrebbe in futuro far parte di un ATO interregionale, così come i comuni del Trigno potrebbero in futuro costituire un altro ATO con i comuni della sponda molisana. Stante però la situazione attuale è meglio riorganizzare il sistema regionale per rinviare questi aspetti ad un dibattito futuro. Finalmente i sindaci e i cittadini troverebbero una sede dove confrontarsi su problemi comuni, visto che una goccia che cade a L’Aquila alla fine arriva alla foce del fiume a Pescara e qualsiasi cosa accade a monte si riflette a valle. Sarebbe così l’occasione per affrontare il nodo fondamentale nella gestione dell’acqua, quella del “Bilancio idrico di bacino” dove contemperare tutte le esigenze a fronte della valutazione dell’acqua disponibile.

Numero di Società di Gestione: le due organizzazioni ritengono possibile l’affidamento ad un’unica società di gestione regionale che sia a proprietà pubblica, che non abbia, possibilmente, uno statuto privatistico (SPA) anticipando le scelte che sta facendo il governo in sede nazionale. Si abbatterebbero i costi per i consigli di amministrazione, aumenterebbe la capacità finanziaria e la strumentazione, sarebbe più facile assicurare il controllo e la trasparenza. La principale controindicazione sarebbe l’eccessiva concentrazione di potere rispetto agli ATO. L’unico modo per assicurare un contro-bilanciamento dei poteri è garantire la partecipazione dei cittadini alla gestione, inserendo sia nei consigli di amministrazione dei 4 ATO proposti sia nel consiglio di amministrazione della società unica tre o più rappresentanti di consumatori, ambientalisti e lavoratori, senza diritto di voto e stipendio ma con diritto di parola.

Un altro modo per allargare la “base decisionale” del sistema è legare le decisioni dei sindaci nelle assemblee dell’ATO ai consigli comunali, dove le principale questioni relative alla gestione dell’acqua dovrebbero essere in questo modo dibattute. In 305 comuni della Regione finalmente migliaia di amministratori sarebbero responsabilizzati sulla gestione di questo bene comune.

Authority regionale: WWF e Forum Acqua bocciano senza appello questa ipotesi perché non servirebbe a risolvere il problema del controllo degli organi di gestione. Abbiamo già un assessorato regionale deputato al controllo, alla programmazione e ai rapporti con lo Stato. Alla fine un’authority tecnica controllata dai partiti di maggioranza a cui alla fine spetterebbe gran parte delle nomine dei membri avrebbe senz’altro molto meno potere di incidere rispetto ad un controllo realizzato dai cittadini direttamente a livello della società di gestione e degli ATO.

Comitato di Vigilanza: esiste già uno strumento per assicurare il coinvolgimento del Consiglio regionale nella gestione dell’acqua: è il Comitato di Vigilanza sul servizio idrico. Istituito dal Consiglio Regionale, attualmente non funziona. Nella riorganizzazione in atto basterebbe affidargli pareri vincolanti per alcune decisioni per permettere a questo strumento di funzionare. Le minoranze politiche in consiglio regionale troverebbero, così, uno strumento adatto per controllare l’operato degli altri organi di gestione dell’acqua.

Intanto WWF e Abruzzo Social Forum rilanciano la mobilitazione in vista di due appuntamenti in cui è importante che delegazioni di cittadini abruzzesi siano presenti: il Consiglio Regionale Straordinario sull’acqua previsto per l’11 ottobre a L’Aquila alle ore 10:00 e la manifestazione contro la Legge Obiettivo prevista per sabato 14 ottobre pomeriggio a Roma. Chi ha battuto il terzo traforo e la vendita dell’acqua alla Puglia può portare la propria esperienza in questa manifestazione in cui si chiederà l’abolizione della Legge Obiettivo voluta da Lunardi. Solo così si metterebbe la parola fine a questi deliranti progetti anche dal punto di vista legislativo.

Contro la legge obiettivo, il 14 ottobre a Roma
No Ponte, No Mose, No Tav,
Coordinamento comuni Val di Susa,
Conferenza Permanente dei Sindaci della tratta ad AV Verona-Padova
con le prime adesioni di:
Wwf, Legambiente, Italia Nostra, Campagna Sbilanciamoci, Rete del Nuovo Municipio
Fiom, Carta cantieri sociali, il Manifesto,

ORGANIZZANO
Manifestazione Nazionale
14 OTTOBRE ore 14,30 A ROMA
Contro la legge obiettivo e le grandi opere dannose, per un nuovo piano dei trasporti e della mobilita' e per le infrastrutture che servono al paese e al territorio
Dal 2001 al 2005, con il governo Berlusconi, abbiamo vissuto una stagione in cui le politiche governative hanno tentato di imporre scelte infrastrutturali e impiantistiche nel campo dei trasporti, dell'energia e dei rifiuti, contro gli interessi strategici del Paese, senza un reale coinvolgimento delle comunità locali e dei loro diretti rappresentanti, eludendo la valutazione ambientale strategica preventiva di piani e programmi, facendo carta straccia della valutazione di impatto ambientale.
In questo periodo, con le norme derivanti dalla Legge Obiettivo e le scelte contenute nel Primo Programma delle infrastrutture strategiche, è stata esasperata la logica del "realizzare senza pensare" opere contro il senso comune e la razionalità, oltre che spesso contro l'ambiente, la cultura e il paesaggio italiano e contro, gli stessi vincoli economico-finanziari del bilancio dello Stato.
Le grandi opere che veramente servono all'Italia dovrebbero essere finalizzate a trasferire le merci dalla strada, alla ferrovia e alle navi; a creare una rete logistica intermodale; a realizzare politiche coordinate per la mobilità urbana; a razionalizzare i sistemi idrici; a prevenire e contrastare il dissesto idrogeologico; a risanare e riqualificare i beni culturali, artistici e archeologici; a tutelare, valorizzare e promuovere il territorio, il paesaggio e la biodiversità.
Finora, invece, sono state sottovalutate le condizioni del territorio, sia in termini di fragilità dell'assetto idrogeologico che rispetto alla perdita di funzionalità e di qualità del paesaggio legata agli eccessi di urbanizzazione e infrastruturazione registratisi in questi anni.
Al tempo stesso, le comunità territoriali e gli stessi comuni sono stati quasi del tutto esclusi dal confronto e dalle decisioni sulle infrastrutture da realizzare. Oggi occorre tornare al più presto a un normale funzionamento dei meccanismi democratici e della partecipazione: chi vive nei territori interessati da grandi progetti infrastrutturali non rivendica un potere di veto ma pretende di non essere considerato "oggetto" di scelte decise altrove.
Non sono stati neanche fatti i conti con la reale disponibilità di risorse economiche-finanziarie, impostando un programma di interventi "a pioggia", per la realizzazione di 531 progetti dal costo complessivo di 264 miliardi di euro, che costituisce un'ipoteca che graverà sui conti pubblici per i prossimi 20 anni.
Nel programma del Governo è stato dichiarato il fallimento della Legge Obiettivo, ma non sono stati ancora compiuti atti chiari e univoci per superare le norme e le procedure che da questa derivano e abbandonare il programma delle infrastrutture strategiche, cominciando dai progetti sul ponte sullo Stretto di Messina e delle tratte dell'Alta Velocità.
Per questo noi scendiamo in piazza il 14 ottobre a Roma per chiedere:
- il superamento della Legge Obiettivo e dei provvedimenti da questa derivati e il congelamento (a partire dalla Legge Finanziaria 2007) del Primo Programma delle infrastrutture strategiche, che hanno consentito di fare carta straccia delle valutazioni ambientali su piani, programmi e progetti e hanno umiliato la partecipazione degli enti e delle popolazioni locali;
- l'adeguamento del Piano generale dei Trasporti varato nell'aprile 2001 alle esigenze di mobilità del Paese e la redazione di nuovi Piani e Programmi, nazionali e regionali, per l'energia, i rifiuti, il territorio, il paesaggio, realizzati secondo l'approccio irrinunciabile della tutela e valorizzazione ambientale, della partecipazione dei cittadini e della reale utilità economica e sociale degli interventi proposti,
- una nuova stagione di sicurezza, trasparenza e legalità nel mercato dei lavori pubblici, che superi le norme criminogene sui general contractor, le rendite di posizione dei concessionari e l'abuso incontrollato dei sub-appalti.
TUTTI A ROMA IL 14 OTTOBRE
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Sulla base di questa piattaforma chiediamo l'adesione
e la partecipazione di associazioni, comitati, coordinamenti, enti locali,
forze politiche e sociali, singoli cittadini e cittadine!
Le adesioni vanno inviate alla seguente email: romalazio@carta.org