00 17/10/2006 19:41
CONSIGLIO REGIONALE MONOTEMATICO SULL’ACQUA
DALL’INTERVENTO DEL CAPOGRUPPO DEI VERDI WALTER CAPORALE: “PER UNA CORRETTA GESTIONE DI QUESTA IMPORTANTE RISORSA OCCORRONO PROFESSIONALITA’-EVITARE LA GESTIONE POLITICA DELL’ECONOMIA-RIPORTARE LA TARIFFA COLLEGATA ALL’UTENZA DOMESTICA E NON ALL’UTENZA ASTRATTA-RIPORTARE IN PRIMO PIANO I PRINCIPI DI ECONOMICITA’ E FUNZIONALITA’-ATTIVARE LE FUNZIONI DI RAPPRESENTANZA NEGLI ENTI LOCALI-SANARE LE PERDITE (non è possibile che si perda il 58% dell’acqua immessa nella rete).

La legge “Galli” (L. 36/1994) è nata con l’intento di ovviare –secondo razionalissimi criteri di efficienza, efficacia ed economicità – alla frammentazione delle gestioni comunali, consentendo economie non solo in termini di costi operativi e spese generali, ma anche per il raggiungimento di quelle dimensioni ottimali che – secondo gli intenti della legge – possono permettere di disporre di specializzazioni e competenze che il singolo gestore (Ente Locale), in economia, non può avere. Intenti purtroppo rimasti abbondantemente sulla carta. Il forte ritardo che si è prodotto è stato conseguenza non solo dell’obiettiva complessità del processo da porre in atto, ma soprattutto di altri fattori concomitanti:

1. L’inerzia del Governo a provvedere alle incombenze di competenza e l’inefficienza delle strutture centrali preposte. Lo stesso assetto delle istituzioni centrali competenti all’indirizzo e alla vigilanza si è mostrato a sua volta inadeguato: frammentato in un ibrido Comitato di Vigilanza (né authority né amministrazione), in una sede collegiale costituita dalla Conferenza Stato-Regioni e in due Ministeri (privi di strutture tecniche e di chiare prospettive di organizzazione nei rapporti con il Comitato, con le Regioni e con gli ambiti territoriali ottimali). Una frammentazione in cui tutti sono competenti ma nessuno in particolare: ma perché, mi chiedo, esiste l’Authority , con poteri forti, per il gas, per l’energia, per le telecomunicazioni, e non esiste un Authority altrettanto forte per i servizi idrici? Perché, come ho detto più sopra, per i servizi idrici dobbiamo portarci avanti questo ibrido di Comitato né authority né amministrazione?

2. Le inerzie provenienti da parte delle Regioni, che trovano difficoltà ad “industrializzare” i fattori di produzione (intendendo per fattori di produzione le professionalità, le capacità di gestione, le “menti”) e a fare evolvere l’assetto del comparto idrico, e la scarsa conoscenza dell’iter procedurale previsto dalla normativa da parte delle amministrazioni territoriali coinvolte. Inerzie dipese soprattutto da una gestione più politica che aziendale di tali servizi. Inoltre, la Commissione di Vigilanza sui servizi idrici, appena riattivata dalla Regione Abruzzo, non ha alcuna utilità, essendo organismo NON necessario – una sorta di duplicato del Comitato di livello nazionale – ed i suoi pareri non sono vincolanti. Ancora un esempio di frammentazione delle competenze.

3. Le resistenze opposte da parte di molti (amministratori e non) che non vedono con chiarezza il proprio futuro dopo l’attuazione della legge e non trovano motivazioni nel dover spostare il proprio riferimento di dialogo istituzionale dall’Ente Locale ad un soggetto più ampio come le Autorità dell’ambito territoriale ottimale, rimanendo concettualmente legate ad una gestione in economia controllata dal Comune con proprio personale. Ma gli Enti Locali sono stati sempre direttamente responsabili delle scelte compiute essendo protagonisti attivi all’interno degli ATO, per legge.
Per di più, neppure si può dire che la gestione del sistema tariffario da parte degli ATO abbia dato segni di maggiore adeguatezza, perdurando ancora il riferimento all’UTENZA IN ASTRATTO e NON, invece, ALL’UTENZA DOMESTICA nella sua pluralità e capacità contributiva, come indicato dal legislatore.

Il Partito dei VERDI, in queste settimane, ha volutamente evitato di partecipare alla TOMBOLA degli ATO sponsorizzata dal centrodestra: un ATO, 4 ATO, 6 ATO, 10 ATO …

In materia c’è un solo dato certo, PREOCCUPANTE: il 58% dell’acqua immessa nella rete continua a perdersi per strada, ma le tariffe continuano a salire, in barba ai principi della efficienza-efficacia ed economicità sanciti dal legislatore, a dimostrazione che gli aumenti continuano a scapito della produttività e della qualità del servizio, uniche giustificazioni ad eventuali aumenti delle bollette.

E’ facile dire “meglio un ATO”: ma quanto costa cancellare gli altri 5 ATO? Quanto tempo occorre per una riforma del genere? E poi: un solo gestore ci garantisce dal mantenere il servizio idrico in mano “al pubblico”, atteso che questa sembra essere la volontà un po’ di tutti? Come controbilanciare la eccessiva concentrazione di potere rispetto agli ATO? O forse, 4 ATO, con relativi 4 gestori, identificati con i 4 bacini idrografici – Aterno-Pescara, Vomano, Sangro e Liri - non potrebbe rappresentare una migliore garanzia che il servizio idrico rimanga in mano pubblica ed allo stesso tempo riduca notevolmente i costi ed i tempi della riforma che si vuole attuare evitando anche di mortificare i piccoli comuni di cui la regione Abruzzo è piena?

All’Assessore Srour spetta un gravoso quanto delicatissimo compito: avviare una riforma in una materia delicatissima, su un bene – l’acqua – fondamentale per l’uomo, in un momento in cui tutto sembra precipitare.

I VERDI invitano l’assessore a tener conto:

- di ricercare l’intervento delle professionalità in materia;

- attivare le funzioni di rappresentanza negli Enti Locali;

- sanare le perdite (non è possibile una perdita del 58% di acqua, già risolvere questo problema equivale a ridurre i costi)

- prendere in considerazione le scelte di cambiamento solo dopo aver valuto gli EFFETTIVI benefici a fronte dei costi certi;

- evitare la gestione politica dell’economia;

- riportare la tariffa collegata all’utenza domestica e non all’utenza astratta (come dice la legge 36/94)

- riportare in primo piano i principi di economicità e funzionalità;

- lavorare a livello nazionale affinché le responsabilità non siano più così polverizzate come sono oggi, magari con una proposta di Authority.nazionale come già esistono per altri settori (Energia e gas, Telecomunicazioni)

I VERDI porteranno all’attenzione dell’assessore Srour le proprie esperienze ed idee sull’argomento quale contributo al difficile lavoro che lo aspetta.

L’Aquila, 17 ottobre 2006

GRUPPO VERDI REGIONE ABRUZZO: gruppoverdi@regione.abruzzo.it