00 06/06/2009 17:07
Penso che forse non mi farò riprendere più dalle telecamere come ieri pomeriggio e il 14 dicembre scorso, comprese quelle dei miei amici Radicali, perchè ho dato il massimo che potevo dare e non ce la faccio più.
Comunque, questo è il servizio della mia radioradicale.it . Rita ha letto tutta la mia dichiarazione che riporto di seguito dopo la linea di separazione. Ha solo detto "3 pagine pdf" invece che "23 pagine pdf", come ho scritto io perchè, il Rapporto Dulbecco è composto da 23 pagine, ... come ho ...detto io.

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Appena lessi, grazie ai Radicali, il solo e breve comunicato stampa n° 307 del 28 dicembre 2000 del Ministero della Sanità sul cosiddetto "Rapporto Dulbecco per le cellule staminali" -comunicato che trovate nella seconda pagina del mio sito www.severinomingroni.it , al di là della mia illusione iniziale, mi chiesi subito: come mai il Rapporto non è per nulla considerato dai nostri politici, anzi avversato dalla maggioranza dei nostri parlamentari? Infatti, tra i 25 illustri membri della Commissione Dulbecco, c'erano pure il professor Girolamo Sirchia - che poi, nel 2001, divenne Ministro della Salute del Governo Berlusconi - e il cardinale Ersilio Tonini. Ebbene, il Rapporto Dulbecco, non solo fu il documento scritto conclusivo - di ben 23 pagine in pdf - della discussione tra questi illustri 25 signori, ma essi, sul TNSA -acronimo di Trasferimento Nucleare di cellule Staminali Autologhe-, furono tutti, e sottolineo tutti, concordi. Per capire il perchè di tale unanimità, basta riportare il relativo riferimento scritto del comunicato stampa: "... Il TNSA, basato sull’inserimento di un nucleo di cellula adulta prelevata dal paziente in un ovocita privato del proprio nucleo, permette, infatti - evitando la formazione dell’embrione - di ottenere cellule staminali da differenziare verso le linee cellulari e tissutali desiderate....".
Quindi, questa volta, non riuscivo proprio a capire l'ennesima posizione oscurantista del Vaticano, e il voltafaccia inspiegabile del professor e -allora- Ministro della Salute Girolamo Sirchia, dottore in medicina. Comunque, anche grazie ad essi, abbiamo la illiberale Legge 40 che, tra un divieto e l'altro, vieta non solo la sperimentazione sugli embrioni soprannumerari, ma pure il TNSA. In questo ultimo caso, mi riferisco esattamente all'inizio di quanto scritto nella lettera c) del comma 3 dell'articolo 13 (sono vietati "interventi di clonazione mediante trasferimento di nucleo...").
Festeggiai a modo mio la illiberale Legge 40, classica goccia che fece traboccare il vaso del sottoscritto ateo: infatti, mi sbattezzai nei primi mesi del 2004. Non mi sono mai pentito di essermi sbattezzato, perchè, secondo me, la maggioranza bipartisan dei nostri parlamentari è suddita delle gerarchie ecclesiastiche oscurantiste e antiscientifiche della Chiesa cattolica di Roma. Chiesa a cui, sbattezzandomi, non ho voluto perciò più appartenere in nessun modo. Quindi, magari i nostri politici fossero solo cattolici come nel mio piccolo e amato Belgio -in cui ho vissuto per quasi tre anni da molto piccolo, essendo stato minatore lì mio padre-: se così fosse, la Ru486 sarebbe già commercializzata, la pillola del giorno dopo si avrebbe senza ricetta, le coppie di fatto, anche dello stesso sesso, sarebbero riconosciute legalmente, avremmo una Legge a favore del cosiddetto testamento biologico, un'altra sulla eutanasia e altro ancora di semplicemente laico. Purtroppo, in Italia, i parlamentari, prima di essere cattolici, sono, in massima parte, soprattutto clericali. Fino al 2001, non pensavo ciò, ma poi, sul web, ho incontrato i Radicali, come Luca Coscioni, che mi hanno permesso di leggere il Rapporto Dulbecco e, finalmente, ho capito questo ed altro.
Mi auguro, di conseguenza, che almeno un Radicale vada al parlamento europeo per continuare pure la lotta radicale di Luca: quella per la libertà di ricerca scientifica, perchè non ci siano tanti Paesi come l'Italia ad ostacolarla così irrazionalmente. Si, non mi rassegno al fatto che la illiberale Legge 40 abbia vietato anche il TNSA. Tuttavia, vi dicevo che ho capito pure altro, molto altro. Ad esempio, che noi disabili gravi e gravissimi, non dovremmo essere a quasi totale carico delle nostre famiglie -in particolare nel nostro meridione-, e senza il diritto di comunicare in nessun modo. Di conseguenza, vorrei che tutti noi in Italia avessimo: una assistenza domiciliare qualificata, anche per poter comunicare, magari informaticamente come sto facendo io, poichè comunicare è un diritto, soprattutto per noi tetraplegici e muti.
Quindi, pure gli ausili per la nostra comunicazione, computer ed Internet dovrebbero essere a carico dello Stato. Infine, vorrei una Legge nazionale sulla Vita Indipendente, piuttosto che venti ipotetiche e diverse Leggi regionali su di essa -come dovrebbe essere secondo la normativa vigente-. Cos'è la Vita Indipendente? Molto in breve e in parole povere, possiamo dire che essa si ha quando il disabile grave programma la sua vita, scegliendo e assumendo regolarmente con soldi pubblici i suoi assistenti in base alle proprie necessità. Voi mi chiederete: ma come reperire questi fondi pubblici per voi disabili? Ebbene, secondo me, pur non avendo io nessun titolo, ma essendomi documentato sul web, i soldi si troverebbero se solo si governasse con maggiore oculatezza e con lungimiranza.

Faccio due esempi attuali, e cioè: il terremoto del 6 aprile passato nella mia Regione, e la grave crisi occupazionale del momento.

Risiedo nella provincia di Chieti, ma sono nato a L'Aquila nel 1959, poichè mio padre era di Barisciano, un piccolo paese a soli 18 Km da tale città. Ancora, a L'Aquila sono stato studente di Biologia per tre anni ed usciere universitario per più di quattro. Di conseguenza, sono molto coinvolto emotivamente dal terremoto abruzzese. Quindi, a maggiore ragione mi chiedo: è possibile evitare i morti, le distruzioni, i danni e tutti i disagi notevoli conseguenti ad un evento sismico tale? Molto probabilmente, in Stati come il Giappone e la California, la risposta sarebbe positiva, ma non in Italia. Dico ciò, soprattutto dopo aver visto i due Convegni di Radicali Italiani "Piano casa, rottamazione edilizia e riforma della legge sul governo del territorio" -programmato proprio per il 6 aprile scorso- su radioradicale.it , “La nuova L'Aquila e la sfida della ricostruzione” del 30 maggio passato, ancora su radioradicale.it , ed aver letto tre comunicati stampa dell'aduc.it - Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori - del 6, 7 e 8 aprile scorso.
Così ho saputo che: Il nostro Paese si e' dotato di una legge per costruire con criteri antisismici nel 1974; la mappa delle zone sismiche e' nota e individua proprio nella dorsale appenninica, che va dall'Umbria fino alla Calabria e alla Sicilia, passando, appunto, per l'Abruzzo, le zone di maggiore criticita'. Le costruzioni ante '74 sono prive dei criteri di antisismicita' e, come testimonia la tragedia in Abruzzo, sono pericolose per la vita e l'incolumita' dei cittadini. Puntare su interventi edilizi, anche premiali, di sicurezza e di funzionalità, conviene sotto tutti i punti di vista. E ancora: In questi 35 anni, dopo il varo della legge antisismica nel 1974, ci sono stati terremoti in Friuli, Umbria, Irpinia, Sicilia e Marche, ma nessun Governo si e' messo all'opera per evitare il disastro successivo.
In 40 anni si sono spesi 140 miliardi di euro per il post terremoto. Il Cnr calcola che basterebbero 8 anni per consolidare l'esistente oltre, evidentemente, a costruire bene. Cioè, se si fossero finanche demolite e ricostruite le case ante '74, e, naturalmente, se si fosse edificato sempre con criteri antisismici, ora non avremmo la mia città natale fantasma. Quindi, dopo essermi abbastanza documentato, mi sembra di poter condividere l'opinione che il nostro non è purtroppo un paese governato e amministrato secondo la cultura della prevenzione, bensì secondo quella della emergenza, almeno fino ad ora. Insomma, se i nostri Governi fossero stati previdenti, non occorrerebbero 7 miliardi di euro per i danni del terremoto aquilano, e, una parte di quei soldi, potrebbe essere impiegata per migliorare la qualità della vita di noi disabili gravi italiani, nei termini da me precedentemente scritti, e cioè, in breve: assistenza domiciliare, diritto a comunicare e Vita Indipendente.
Che dire poi che non si voglia usare, e pubblicizzare finalmente in maniera adeguata, la parte dell'8 per mille delle nostre dichiarazioni dei redditi che spetta allo Stato per reperire fondi anche per calamità naturali come certi terremoti? Infatti, tale parte dell'8 per mille, dovrebbe essere destinata alle seguenti quattro finalità: fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati e conservazione dei beni culturali. E, l'evento sismico de L'Aquila, è di certo una calamità naturale, che ha pure danneggiato beni culturali. Mi domando: l'8 per mille di chi lo destina allo Stato, viene davvero usato per le quattro finalità originarie? E poi, esso non viene pubblicizzato per niente da parte dello Stato per non far concorrenza alla Chiesa cattolica? Purtroppo, sono domande retoriche le mie.

E veniamo al secondo esempio attuale. Sono anni che i miei amici Radicali dicono che bisogna riformare le pensioni per avere ammortizzatori sociali universalistici, e, a maggiore ragione, lo hanno ribadito di recente così: "equiparare e innalzare gradualmente, entro il 2018, l’età pensionabile per tutti, uomini e donne, a 65 anni, in modo da liberare a regime risorse fino a 7 miliardi di euro all’anno; sostituire, grazie a quelle risorse, il welfare partitocratico, particolaristico, con un welfare democratico, universalistico, “welfare to work”, per difendere tutti i lavoratori che ne abbiano bisogno, e non posti di lavoro il più delle volte esistenti solo sulla carta." . Io mi chiedo e vi chiedo: grazie ai 7 miliardi di euro all'anno solo per gli ammortizzatori sociali universalistici, non si libererebbero risorse pubbliche anche per noi disabili, per darci, sempre in breve, assistenza domiciliare, diritto a comunicare e Vita Indipendente? Spero proprio che, negli altri Paesi europei, i Governi siano più lungimiranti e oculati. Quindi, in conclusione, mio grande cruccio è di non poter ancora votare a domicilio per i Radicali perchè, nonostante la legge 46 del 7 maggio scorso, sono stato di nuovo considerato trasportabile, anche se la mia trasportabilità è molto particolare. E ci sono due video su Internet che lo testimoniano. Mi consolo poichè, mia madre, mi ha assicurato che voterà la Lista Bonino/Pannella alle Europee, e che mi darà la preferenza!