00 13/07/2009 11:40
(Bruno Cotronei brunocotronei.3forum.biz )
Mamma e papà Resi hanno puntato tutto sulla figlia così
bella e studiosa e un buon impiego già l'attende subito dopo
la licenza liceale o, se lo vorrà, potrà continuare gli studi fino alla laurea. Temono i genitori per il fidanzamento trop-po precoce e Giorgio più volte li rassicura sulla costanza dei suoi sentimenti che non è inferiore a quella di Serena e sul suo desiderio che completi gli studi per poi decidere liberamente del suo futuro. Ma la sorte sembra già aver concesso troppo ai due fidanzati che sempre più si adorano e a settembre. quando Giorgio trascorre tutte le sere disteso ed appagato nella vecchia abitazione al secondo piano di vicoletto Donna Regina fra mobili antichi che hanno conosciuto tempi migliori e dalle dimensioni sproporzionate agli angusti ambienti, uno strano pallore si diffonde sul viso d'angelo. Il medico della mutua li tranquillizza e prescrive dei costituenti e in breve Serena sembra riprendere il colorito di sempre. Felici i giovani escono in compagnia del ragazzino e trascorrono lunghe ore nei caffé del lungomare o alla giostra in Villa, o si recano a cinema e la sera, con mamma e papà Resi in visita a parenti. Giorgio sempre più apprezza l'ambiente tanto diverso dagli spocchiosi amici di suo padre. Non vi è affettazione o lo stupido sfoggio di benessere e ricchezze, né l'assurda gara ad un tenore di vita freneticamente consumistico fra falsi sorrisi e la frasetta cattiva, ma una genuina ospitalità e il sincero piacere di stare insieme ed aiutarsi senza riserve.
Talvolta di domenica con l'Aurelia dei Parisio si recano al mare per godere gli ultimi giorni d'estate e, fra gli aranceti di Sorrento o le rocce scoscese della costiera Amalfitana, fanno bagni meravigliosi e poi in modeste trattorie pranzetti gustosi e genuini. Altre volte, dopo faticose azioni di convincimento o pretesti ben architettati, Giorgio e Serena sono soli e al cinema o in luoghi solitari e deliziosi danno sfogo alla passione che sempre di più li lega. Ma non minore è il piacere delle lunghe serate trascorse in famiglia, quando per essere appagati basta loro stare mano nella mano, scambiarsi tenere e lecite carezze, specchiarsi l'uno negli occhi dell'altra e, lasciati soli al momento di congedarsi, scoccarsi rapidi e tenerissimi baci.
Ma il pallore ritorna accompagnato da astenia e dimagramento. Il medico ordina esami di laboratorio: i globu li bianchi sono ben cinquantamila rispetto ai normali cmquemila e uno specialista è convocato in tutta fretta. Terribile la diagnosi, leucemia! Giorgio si sente impazzire:
con papà Resi si reca a parlare dall'ematologo che dà loro poche speranze e prescrive arsenico e cloramine. Il giovane non si arrende e fa il giro di medici di grido amici di famiglia e costringe con la forza della disperazione un luminare di Roma a venire al vicoletto Donna Regina. Altre cure vengono iniziate: rontgen-terapia, isotopi radioattivi e trasfusioni. Tuttavia Serena peggiora. Il viso così bello è pallido e consunto, il corpo dimagrisce a vista d'occhio e la milza e il fegato sono talmente ingrossati da creare due visibili gonfiori sui fianchi solo settimane prima così perfetti. La ragazza sembra aver capito e sorride incoraggiante a Giorgio e accarezza il volto del suo amore con infinita tenerezza, facendo finta di non accOrgersi del maldestri tentativi di scherzare. di conferire all voce un tono brioso e fatuo. Maschera i dolori ossei sempre più forti e tranquilhizza tutti nonostante le frequenti aritmie o le improvvise emorragie.
Trascorrono due mesi e Giorgio sembra un folle: parla da solo, piange e gioisce per qualche ingannevole miglioramento. Tormenta tutti gli esperti del settore e si reca a Roma, a Milano, a Zurigo con gli esami di laboratorio e le diagnosi scritte e dovunque la terribile sentenza.
Ormai Serena non lascia più il letto: il viso, il corpo sono scheletriti e le forze sempre più l'abbandonano e calmanti le donano qualche ora di tranquillità. Giorgio èormai perennemente nella vecchia casa e si adopera allo stremo per rendere i giorni tremendi il meno penosi possibile per la ragazza che gli è cara più di qualsiasi cosa al mondo, e vorrebbe trovarsi lui al suo posto. No, non ègiusto che una creatura tanto meravigliosa, ma non per il suo fisico, ma per l'animo bello e generoso, debba finire così. Ha solo diciassette anni Serena, diciassette anni! Perdio, perché!
I genitori sono improvvisamente invecchiati, e frastornati non sanno più cosa fare, il fratellino si aggira silenzioso
per le stanze appena due mesi prima così allegre, calme,
liete. Ma è proprio Serena a rincuorare tutti, perlomeno per qualche minuto e un sorriso,quanto differente dal suo radioso di prima. illumina il viso smunto con i grandi occhi azzurri e i capelli ancora belli. La mano diafana stringe quella di Giorgio e più volte fa introdurre nel mangiadischi le loro canzoni: "Troppo giovane" e "T'amo, t'amo, t'amo" e gli ricorda di Ischia, della pineta, dei bagni, e dei baci appassionati. La voce sottile si perde nelle parole della canzone che Nat King Gole sussurra melodicamente e l'orecchio di Giorgio si avvicina alle labbra quasi bianche che lo baciano con una tenerezza sconfinata.
Giorgio non può oltre resistere e si precipita fuori dalla stanza e piange come non ha mai pianto nella sua vita. Mamma Resi lo raggiunge, la povera donna gli dice che Serena lo vuole da lei. Giorgio si deterge gli occhi, le guance, si ricompone ed entra nella stanza. Il letto con la figurina smunta è lì in fondo oltre il tavolino ora ricolmo di medicine e mesi prima di libri di scuola. Si avvicina, Serena gli fa cenno di sedersi sui letto e di appoggiare il capo vicino al suo sui cuscino. Le teste si toccano, le dita si allacciano, poi la voce fioca gli mormora:
"Giorgio, mi devi fare una promessa."
"Quello che vuoi, amore mio..."
"Ascoltami bene e ricordati... "
"Sì."
"Io muoio, no, non dire no, lo so, lo ho sempre saputo... zitto amore... Ti voglio ringraziare per quello che hai fatto per me... no, non parlare.., so quanto hai sofferto e soffri... Io non ho paura, sai~ Mi hai regalato i giorni più belli della mia vita... mi hai fatto conoscere l'amore... quello vero. Ti amo, Giorgio, sei stata la cosa più bella che ho avuto.., grazie." Tace sfinita, le palpebre si chiudono sugli occhi azzurri, il respiro è affannoso.
"Tesoro mio, gioia mia, ma che dici, mi hai regalato il tuo amore, te stessa, tu che sei un essere meravìgiioso mi ami, io che non valgo niente..." la voce si spezza, compie sforzi disperati per trattenere le lacrime, trema tutto.
I grandi occhi lo fissano con espressione di dedizione
che mai più il giovane dimenticherà.
"Baciami, Giorgio, baciami." Si china sui volto adorato, un bacio brevissimo. Serena respira a fatica.
"Io voglio che tu viva, Giorgio... che studi come hai
sempre fatto.., che abbia successo... tanto, lo meriti e
puoi... Ti amo..."
Le palpebre si richiudono, il capo è abbandonato st1~ cuscini, un sibilo esce dalla bocca spalancata. Papà Resi corre a chiamare il medico. Le ombre della sera avanzano. Il sanitario è giunto e si prodiga. Serena ha perduto conoscenza. Tre figure la fissano impietrite. Il medico si avvicina e si allontana. La notte è giunta. Fuori dalla stanza parenti piangono. Giorgio non piange, è inebetito. Non capisce, non vede, non sente più nulla. Una mano lo scuote: è il medico, quanto tempo è passato? Fuori è sempre buio. Serena è morta. Anche il cuore di Giorgio è morto.