00 04/10/2005 09:41
"Io, drogata di Internet"

Milano - Tengo sempre in borsa una boccetta di calmanti, roba leggera, tipo Valium. Non e' detto che li prenda ma averli a portata di mano mi da' sicurezza. Mi fa star tranquilla. Ho deciso di cambiare tutto. Ho rotto con i miei presunti amici della rete. Niente piu' blog, niente piu' serate passate a chattare, niente piu' tastiere. Ho 37 anni e un carattere che mi porta a chiedere tutto. Le mezze misure non mi bastano. Così e' stato per la Rete, mi ci sono buttata, e' stata la ruffiana dei miei incontri, di amicizia e di amore. La Rete si basa su un principio semplice e antico: l'egocentrismo. Sono diventata blogger per dialogare e per soddisfare la mia personalità. Così fanno tutti.Al principio delle relazioni che si intrecciano con internet c'è l'ego e il bisogno di soddisfarlo. Di chi si sente scrittore e trova in questo modo la possiblità di soddisfare questa sua inclinazione. Fino alla brava donna di casa, che ama la cucina e vuole parlare delle sue ricette.Ognuno ha una sua ragione per entrare nella Rete. In questo modo ho costruito presunte amicizie, durate per anni, semplicemente con persone di cui conoscevo solo il nickname. Alcune, è vero, le ho incontrate. Con alcuni uomini ho avuto relazioni e con altri la magia è svanita quando li ho incontrati.Ma fondamentalmente mi sono costruita intorno a me, "tutto intorno a me" un mondo, che per metà era un'invenzione. Era vero perchè era caldo come i sentimenti, sia pure filtrato dalla freddezza della macchina. Era falso perchè questo filtro manipola la verità e impedisce che le relazioni siano autentiche. E anche là dove lo diventano sono esposte ai rischi di equivoci, superficialità, invidie ancora piu' facili di quelle che non si incontrano nella realtà. Così è successo che mi sono esposta alle cattiverie, ai pettegolezzi, alle invidie. Ho cercato di reagire, di respingerle, di smontare quel che le malelingue hanno cominciato a dire di me e alla fine mi sono resa conto che l'impresa era impossibile. E piu' mi battevo piu' venivo ferita.Da chi? Il bello è che non sapevo neppure da chi. Da persone che si celavano dietro soprannomi, come ad esempio, e dico nomi a caso "Pensieri leggeri" o "Mare blu" o "Vento".Così ho fatto l'unica scelta che mi rimaneva. Ho chiuso. Ho demolito il mio blog, ho cancellato tuttom ho chiuso il mio pc, ho chiuso con la Rete.Non esiste un'amicizia fatta di anonimi che se ne stanno la notte in pigiama a parlare con gente che nemmeno conoscono. Non c'è amicizia diversa da quella che nasce guardandoci negli occhi. Non c'è alcuna Rete in grado di sostituirsi al cuore.Le amicizie informatiche sono surrogati. Possono andare bene per un po' di tempo. Ma alla lunga fanno male. Da un mese quel tempo che trascorrevo di notte davanti alla tastiera lo passo con mio marito.

Matilde F. - Ferrara

"Il Resto del Carlino" del 2/10/2005