00 11/07/2006 10:56
Collocate questo messaggio dove può essere letto, riguarda anche l'Amministrazione di Casoli.

“NESSUN INCIUCIO SULL’ACQUA”

E’ inaccettabile che il Cda dell’Ato si difenda negando fatti notori: l’Ato ha citato in giudizio la Sasi perché ritiene di essere creditore di alcuni milioni di euro mentre la Sasi ha citato in giudizio l’Ato perché, a sua volta, pretende di essere creditore di altri milioni di euro. Solo alcune settimane fa il Tribunale di Lanciano si è pronunciato condannando la Sasi a pagare un milione e settecentomila euro in favore dell’Isi. Le polemiche tra Ato e Sasi hanno trovato larga eco sui quotidiani locali. Che cosa ha fatto cambiare idea al Presidente Di Giuseppantonio tanto da fargli negare qualsiasi problema e qualsiasi tensione tra Ato, Sasi e Isi?
Se qualcuno pensa di poter occultare il fallimento nella gestione delle risorse idriche in provincia di Chieti attraverso un bell’inciucio trasversale, sappia che non troverà mai l’avallo del Partito della Rifondazione Comunista.
Le responsabilità del fallimento non sono solo gestionali ma anche politiche e sono da attribuirsi ai Sindaci che hanno votato i Cda di Ato, Sasi e Isi. Ai Sindaci ci rivolgiamo affinchè prendano atto del fallimento in atto e dei danni che rischiano di procurare alle comunità da loro amministrate. Chi deve intervenire se la Sasi è inadempiente e non ha ancora approvato i bilanci 2004 e 2005? Se il bilancio 2003 potrebbe rivelarsi illegittimo, alla luce della sentenza del Tribunale di Lanciano, non essendovi ricompresi gli ammortamenti riconosciuti in favore dell’Isi? Chi deve vigilare sul rispetto, da parte della Sasi, della normativa regionale che impone assunzioni fatte tramite concorso pubblico? Chi interviene se, come nel caso della Sasi, vi è un Cda da tempo scaduto? Chi deve decidere se l’esistenza dell’Isi ha ancora un senso dopo la sostanziale abrogazione dell’art. 35 che ne prevedeva la costituzione?
Rifondazione Comunista ritiene che sia indispensabile ripartire da un’ampia discussione collettiva azzerando preventivamente tutti i Cda, compreso quello dell’Ato non immune da responsabilità sia per i mancati controlli che per l’elaborazione di un Piano d’Ambito inattendibile e molto discusso, quello che ha provocato gli aumenti delle tariffe ben conosciuti dai cittadini e dagli utenti.
Infine, a proposito dell’affidamento in house, il Presidente Di Giuseppantonio sa bene che quella approvata dall’Assemblea dell’Ato è solo una delibera di indirizzo, peraltro condizionata, per volere dello stesso Di Giuseppantonio, ad una serie di adempimenti da parte della Sasi. Delibera che necessitava di un atto di affidamento vero e proprio perché, in mancanza, la privatizzazione era la prospettiva obbligata. Per l’Ato chietino il termine ultimo era fissato al 30.6.06 mentre per la legislazione nazionale era fissato al 31.12.2006. Tale ultimo termine è stato spostato al 31.12.2007 solo pochi giorni fa grazie all’emendamento presentato, tra gli altri, dall’On. Maurizio Acerbo e recepito nell’ultimo Decreto Legge governativo.
Inoltre il Governo ha appena approvato una Legge Delega che impone la proprietà e la gestione pubblica del servizio idrico integrato.
Ciò grazie alle lotte del movimento e di Rifondazione Comunista e non certo grazie agli amministratori di centrodestra e di centrosinistra di Ato, Sasi e Isi!

Chieti, 10 Luglio 2006

Isidoro Malandra
Resp. Reg. Ambiente PRC Abruzzo