00 20/03/2009 19:35
12 bambini Premiati al Festival di Cannes, vengono bocciati a scuola perché non raggiungono gli obiettivi didattici

"Bocciati a scuola gli attori di Gomorra" è il titolo dell'articolo di Roberto Saviano pubblicato nel 2008 e inserito anche sul suo sito in questa pagina .
Dodici ragazzi che hanno recitato nel film hanno perso l'anno a scuola. E lo scrittore napoletano racconta quanto questi adolescenti fossero invece bravi, saggi e capaci di discernere tra il bene e il male.
 
«Hanno bocciato Totò e Simone - racconta Saviano nel suo articolo - e altri dieci ragazzini che hanno recitato in 'Arrevuoto'. E hanno recitato nel film 'Gomorra'. Sono stati attori nei teatri più famosi d'Italia. - precisa lo scrittore - Hanno avuto i complimenti del presidente Napolitano che era andato a vederli alla prima al Teatro Mercadante e poi li aveva salutati uno per uno. Il presidente si era pure lasciato dipingere la faccia di nero da un pulcinella nervoso inserito nello spettacolo. Al Festival di Cannes, il più importante festival del cinema internazionale, hanno ottenuto uno dei tre premi maggiori: il Premio speciale della giuria. Eppure alla scuola media Carlo Levi di Scampia li hanno bocciati.»

«Avevano fatto molto per mostrare, forse fuori dall'aula scolastica, il loro talento, gli elementi per sognarli in maniera diversa da come la vita ti determina in queste zone. Eppure li hanno bocciati. Non stiamo parlando di studenti modello. - continua Saviano - Non stiamo neanche parlando di scolaretti fermi nelle loro sedie che si impegnano e però non ce la fanno. Stiamo parlando di ragazzini spesso esagitati, che ti rispondono con un ghigno, che appena possono non si presentano in classe, che aizzano i compagni alle peggio cose. Ma questo è solo un aspetto. I professori che hanno bocciato Totò, Simone e gli altri perché non sono stati rispettosi delle regole e non hanno raggiunto gli obiettivi didattici, credono di aver agito per il bene della scuola e si sentono in pace con se stessi. Invece hanno fallito clamorosamente nel confrontarsi con quegli alunni e pure con l'offerta di un'educazione alternativa che hanno incontrato fuori dalla scuola. Forse perché non riescono ad accettare che questa possa essere venuta da qualcun'altro, forse perché ritengono intollerabile che fosse presentata pure sotto forma di qualcosa che è anche divertente e gratificante, di certo più divertente e gratificante che andare a scuola. Non si è mai visto che dei ragazzini difficili di un degradato comune di periferia, possano per due giorni stare accanto alle star, essere autorizzati a sentirsi un tantino come loro. Meglio bocciarli che rischiare che si montino la testa!»

«Tutto il lavoro fatto per anni da questi ragazzi prima col teatro e col film, per i loro professori non conta nulla. Loro non vedono nemmeno che questo significa imparare qualcosa, doversi concentrare, ascoltare, prendersi un impegno. Per loro sono solo dei guappettelli già mezzi criminali che recitano se stessi, sai che ci vuole! Non colgono che questo sia già un'opportunità di vedere se stessi e il loro quotidiano con un occhio esterno, un'occasione per entrare in contatto con le proprie risorse creative, e neppure che stanno dando un contributo alla cultura. Va bene per il mio libro, o che non conoscano o apprezzino la patafisica dell''Ubu Re' di Alfred Jarry, ma nemmeno 'Le nuvole' di Aristofane, una delle prime e più belle commedie della storia dell'uomo? Possibile che di tutta la grande pedagogia italiana da Maria Montessori a don Milani, ai maestri di strada come Marco Rossi Doria non sia rimasto proprio nulla? Ed è per questo, per averli visti felici e orgogliosi, che la bocciatura di Totò, Simone e degli altri loro compagni mi mette addosso una rabbia che mi brucia. Un professore della Carlo Levi di Scampia mi ha confidato: "Hanno bocciato Totò, e questo in una scuola che non dovrebbe più bocciare né promuovere. Una scuola che si è arresa, là dove invece bisognava custodire la speranza. Hanno bocciato Salvatore e Simone addirittura all'esame di terza media. Questa è una scuola che sistematicamente sacrifica i più vivaci e intelligenti, i più irrequieti e imprevedibili". E mi vengono in mente le parole di don Milani circa la scuola dell'obbligo dove sostiene che "bocciare è come sparare nel mucchio»

A me invece, vengono in mente le parole della canzone di Gaber: "...non insegnate ai bambini... la vostra morale...".
Dovrebbe essere il contrario, ma dopo anni, riscopro che la scuola è lo specchio della società. Una società malata!
Una dirigente scolastica un giorno ha detto: "L'obiettivo della scuola non è quello di UNIFORMARE gli alunni, ma di dare a tutti gli STESSI STRUMENTI". Belle parole... che condivido in pieno!! Non fanno una grinza!! Peccato però, che tra il dire ed il fare... c'è di mezzo il mare...
[Modificato da Maria Carmela 20/03/2009 19:54]